Manifesto per la Salute delle donne: ecco i punti fondamentali evidenziati dal Ministero

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Salute Bambini
Salute Bambini

In occasione della celebrazione della I Giornata Nazionale della Salute della Donna, l’attrice Claudia Gerini ha letto il Manifesto per la Salute Femminile sottoscritto dal Ministro Lorenzin il 22 aprile 2016. Si tratta di un testo che vuole porre l’attenzione collettiva sulla promozione e sulla tutela della salute della donna, che in molti casi vive ancora una situazione di non piena parità di diritti e opportunità, elementi che influenzano in maniera negativa il proprio stato di benessere psicofisico.

Nella Giornata Nazionale della Salute della Donna, che si celebra ogni 22 aprile in ricordo della nascita di Rita Levi Montalcini, il Ministero della Salute afferma dunque il proprio impegno per la salute della donna, progettando e discutendo circa le migliori proposte per la sua tutela, a partire dall’infanzia per arrivare alla terza età.

A tal proposito, sono stati individuati i dieci i punti focali e le direttrici da seguire per il raggiungimento dei risultati sperati.

  1. approccio alla salute femminile secondo la medicina di “genere”, per il contrasto alle malattie croniche non trasmissibili, e attenzione alla ricerca scientifica mirata specificamente alle esigenze e peculiarità delle donne;
  2. strategie di comunicazione per accrescere la consapevolezza delle donne sulle tematiche di salute, per sé e per la sua famiglia;
  3. tutela e promozione della salute sessuale e riproduttiva, anche attraverso la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse e la tutela della fertilità, favorendo una procreazione responsabile e consapevole e sostenendo la salute materna e neonatale;
  4. disponibilità di un’alimentazione sana e nutriente, sin dal concepimento, per favorire una nascita sana;
  5. disponibilità e accesso a efficienti strumenti per la prevenzione dei tumori femminili, anche attraverso la promozione degli screening di provata efficacia;
  6. tutela della salute mentale della donna e contrasto alle condizioni che favoriscono l’insorgenza di disturbi mentali, soprattutto in alcune epoche della vita femminile, e attenzione per la peculiare relazione della donna adolescente con il suo corpo e per la conseguente prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare, delle dipendenze, degli stili di vita scorretti;
  7. prevenzione, individuazione e contrasto della violenza sulle donne, assistenza medica, supporto psicologico e riabilitazione e impegno per il diritto alla salute delle donne vulnerabili ed emarginate, con una speciale attenzione alla condizione sanitaria delle donne migranti;
  8. tutela della salute della donna lavoratrice e attenzione alle problematiche specifiche nel mondo del lavoro;
  9. sicurezza della cosmesi e della medicina e chirurgia estetiche per una “sana” cura della bellezza;
  10. strategie per favorire l’invecchiamento sano e attivo dell’universo femminile.

Si pensi, ad esempio, che, come nel resto d’Italia, anche nella regione Campania i numeri sulla salute al femminile e sulla prevenzione non sono esaltanti. Secondo i dati relativi al 2014, solo il 15% della popolazione femminile di età fra i 25 e 64 anni ha effettuato lo screening per la cervice uterina, percentuale che si abbassa al 9,4% in relazione al test del tumore al seno destinato a donne tra i 50 e i 64 anni. Fotografia che non migliora se si affronta la questione dei parti, fronte su cui la Campania detiene la maglia nera per numero di cesarei praticati pari al 60% (a fronte di una media nazionale del 35% e all’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che fissa quota 15%).

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