“Mai votato contro il Ferragosto”, i consiglieri replicano e scrivono a Mattarella: “Sibilia va rimosso”

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Marco Imbimbo – Gli otto consiglieri finiti nella gogna del M5S sono pronti a rivolgersi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e al premier, Giuseppe Conte, per chiedere la rimozione dall’incarico del sottosegretario Carlo Sibilia, ma annunciano: «Non ci lasciamo intimidire da questi metodi. Cominciassero a preparare altri 6×3».

Questa mattina Nello Pizza, Stefano La Verde, Nadia Arace, Nicola Giordano, Modestino Verrengia, Dino Preziosi, Lino Pericolo, Alberto Bilotta, hanno tenuto una conferenza stampa a Palazzo di Città dove hanno spiegato le iniziative che intraprenderanno, a cominciare dal documento da inviare ai vertici dello Stato.

L’incontro è servito anche per smentire la bugia comparsa sui manifesti 6×3: «Non è vero che abbiamo impedito il Ferragosto – tuonano. Noi abbiamo impedito l’illegalità perché l’atto arrivato in Consiglio era illegittimo».

La prima a prendere la parola è stata Nadia Arace sottolineando: «Noi saremmo colpevoli perché abbiamo esercitato la nostra funzione di controllo. Sibilia e i suoi sodali sono i mandanti di questa operazione vergognosa. Siamo stati esposti a una escalation di odio e minacce che mira a condizionare la nostra libertà di espressione. Noi però risponderemo con gli strumenti che la legge ci consente».

Oltre alla missiva da inviare ai vertici della Stato per denunciare quanto accaduto in città, verrà presentata anche un’interrogazione parlamentare «grazie all’interessamento di Luca Pastorini», sottolinea Arace. «Anche l’associazione giuristi democratici ci ha dato la loro disponibilità a difenderci». Arace lancia un appello a tutti i partiti, associazioni e cittadini che credono nella democrazia di unirsi in questa battaglia. «Non ci lasciamo intimidire da onorevoli cittadini che pensano che, esercitare la libertà, sia un demerito. Possono anche preparare altri 6×3».

Secondo Dino Preziosi, dietro a tutta questa operazione di gogna mediatica ci sarebbe una strategia precisa: «Ci stanno provocando per portarci a far cadere il sindaco, ma noi non lo faremo mai. In realtà il sindaco è stato già sfiduciato dai suoi». Lo stesso Preziosi ribadisce: «Non è vero che abbiamo impedito il Ferragosto, abbiamo impedito l’illegalità». L’esponente d’opposizione sottolinea anche il doppio volto del primo cittadino: «Conosciamo due Ciampi, il primo che dichiara alla stampa che non avrebbe fatto i manifesti, mentendo ai cittadini. Poi lo ribadisce anche in conferenza dei capigruppo dove è tutto verbalizzato. Poi c’è il secondo Ciampi che invece fa i manifesti smentendo tutto quello che lui stesso ha detto».

Nel frattempo, però, l’amministrazione Ciampi ha affidato l’organizzazione degli eventi estivi a due associazioni nate da poco (“Invasioni” e “Aca”) e su questa operazione sorgono diversi dubbi: «Innanzitutto credo che la delibera sia sbagliata perché per pagare le due associazioni usano un capitolo di spesa che non può essere usato in questi casi. Ma c’è anche un’altra questione: come sono state scelte queste due associazioni?».

Preziosi annuncia che chiederà un consiglio monotematico per capire quello che sta succedendo in città, ma avverte anche i parlamentari 5 Stelle: «Fossi in loro ci andrei piano con parole, in Consiglio vedremo chi sono realmente i rosiconi e chi fa i babà».

Stefano La Verde sottolinea il lavoro svolto dagli organi di informazione che «hanno riportato i fatti in maniera obiettiva: noi siamo stati puniti per aver svolto il ruolo di consigliere. Abbiamo controllato e vigilato su un atto che rischiava di uscire dall’Aula illegittimamente». La presenza dei manifesti 6×3 non lo turba più di tanto perché «le minacce e intimidazioni non mi fanno né caldo né freddo. Nel corso della mia vita ne ho viste tante, figuriamoci se mi preoccupo delle miserie di queste persone. E’ grave, però, che a promuovere questa iniziativa sia stato un componente del Governo che, invece, dovrebbe assumere un ruolo di garanzia».

Per Alberto Bilotta è in atto una «disinformazione tesa ad alimentare odio e rabbia. Viene completamente manipolata la realtà. Noi in Consiglio non abbiamo mai votato contro il Ferragosto, ma presentato una pregiudiziale sostenendo che quell’atto fosse illegittimo. Avevamo anche chiesto al sindaco di ritirarlo per portarlo in Aula completo il giorno dopo, ma lui non ha voluto. A loro non interessa risolvere il problema, ma alimentare odio. Noi, però, continueremo a denunciare le storture, senza paura di finire sui manifesti».

Nicola Giordano accusa il sindaco di «mentire alla città», ma sottolinea anche che «noi otto consiglieri stiamo dando voce a chi, del M5S, ha paura di manifestare il suo dissenso perché teme le reazioni del capo». Secondo Giordano ci sarebbe un disegno preciso: «C’è un capo che ha deciso di uccidere la città e ha già sfiduciato il sindaco. Vuole commissariare il Comune e preparare con calma le prossime elezioni». L’appello a Ciampi è a «fare chiarezza sui commissari politici che ha alle sue spalle», ma lancia anche una denuncia su episodi gravi che sistematicamente si verificano in Comune: «Ci sono persone che effettuano controlli all’ufficio pass e altre che girano per le stanze. Accedono a informazioni e carte senza avere alcun titolo per farlo».

Secondo Nello Pizza, con l’azione dei 6×3, è stato raggiunto il punto di non ritorno sulle regole democratiche in città. «Subiamo la gogna mediatica solo per aver svolto il nostro ruolo. Tra l’altro il sottosegretario Sibilia ha detto che questo sarà il suo modus operandi, in pratica vuole provare a condizionare il nostro operato: ogni volta che esprimeremo dissenso, verremo sbattuti sulle vele. È un fatto gravissimo e anche un reato. Ne risponderanno davanti alle autorità giudiziarie».

Pizza contesta duramente il modo di fare politica dei 5 Stelle, ma anche il comportamento del primo cittadino: «Troppe bugie, per me non è più il sindaco di Avellino. Sono turbato da quanto sta accadendo e mi vergogno di essere rappresentato da queste persone in Consiglio. Chi mente alla città non può ricoprire determinati ruoli. Inoltre hanno detto che, ogni volta che manifesteremo il nostro dissenso, verremo trattati in questo modo. Noi non accettiamo minacce, per questo firmiamo il documento da inviare a Mattarella, Conte e Salvini».