Lupi ‘sbranano’ gregge di pecore sul Partenio: il WWF chiarisce

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Avellino – Dopo la notizia relativa allo sbranamento di un intero gregge di pecore sul Partenio ad opera di un branco di lupi, il WWF intende evidenziare alcuni punti: “In Campania – è la nota di Vincenzo Arenante, vice presidente WWF Campania – sembrano sopravvivere alcuni nuclei di lupi, stabilmente nei massicci del Matese, dei Picentini, del Cilento ed occasionalmente nei massicci del Taburno-Camposauro e del Partenio. La mancanza, tuttavia, di studi specialistici ed organici accompagnati da indagini sistematiche non permettono di quantificare la popolazione di lupi nella regione. Si resta esterrefatti, quindi, che si dia per scontato che sul Partenio viva un branco di 6 lupi, una quantità, cioè che va oltre l’1% dell’intera popolazione italiana ed europea di lupo appenninico! Proprio sul Partenio, che non ha né cervi e né caprioli e che quindi non può sostenere branchi di tale numero. Nessuno si è chiesto cosa abbiano mangiato fino ad oggi questi 6 lupi e perché solo ora abbiano sbranato così tante pecore. Nessuno ancora ha letto gli esami biometrici della ASL. Come sanno gli esperti di fauna selvatica la diagnosi di uccisione da lupo si basa su alcuni calcoli biometrici relativi alle distanze nei morsi di alcuni tipi di denti. Qualcuno ha effettuato verifiche e controanalisi prima di gridare “Al lupo Al lupo!”? La mancanza di dati certi è causa sia di allarmismi ingiustificati nella popolazione, soprattutto per chi teme danni economici, sia di non corrette valutazioni naturalistiche dei territori, ad esempio negli studi di impatto ambientale o nella progettazione di interventi sulla fauna selvatica”. Alla luce di queste considerazioni l’associazione chiede agli organi competenti “… di avviare nel più breve tempo possibile una indagine sulla presenza del lupo nel territorio del Partenio e di informare la popolazione; di convocare un incontro con le Associazioni ambientaliste, l’ASL, il Corpo Forestale dello Stato, il Dipartimento di Zoologia dell’Università di Napoli e l’Istituto Nazionale di Fauna Selvatica per organizzare un piano di attività per il monitoraggio della popolazione di lupo e le interferenze con le attività umane; di designare l’Ente Parco e non l’ASL come Ente di controllo sui danni al bestiame domestico causati dalla fauna selvatica, i quali sono attualmente a carico della Regione”.

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