Lupi: il sindaco Pino Galasso scrive ai vertici del calcio italiano

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Tra goal regolari annullati, rigori non concessi, arbitraggi discutibili, l’Avellino in questo girone di ritorno, come denunciato dal tecnico Galderisi e dall’intero staff dirigenziale, è stato fortemente penalizzato. La rabbia è tanta per delle situazioni ‘discutibili’ registrate nelle ultime settimane. Anche sabato i lupi sono stati ‘puniti’ dalla Ternana per una rete; quella del 3 a 3 arrivata a recupero ampiamente scaduto. In merito alle decisioni che hanno visto coinvolta la truppa guidata dall’allenatore salernitano ed agli episodi dubbi della seconda parte della stagione, interviene anche il sindaco del capoluogo irpino Pino Galasso che ha inviato una lettera al Presidente della Lega di C Macalli, a quello della Figc Abete ed al presidente dell’Aia Gussoni. “Egregio Presidente, a cinque giornate dalla conclusione, il campionato di serie C1 girone B, quest’anno appare quanto mai incerto e ricco di colpi di scena. Ravenna, Avellino, la stessa Cavese stanno onorando con il giusto ardore un torneo, che, forse, non è mai stato così entusiasmante. Per chi ama lo sport, vedere un simile testa a testa è sicuramente affascinante ed è davvero un peccato doversi ritrovare, in questo momento, a recriminare per episodi dubbi che, se pur frutto di buona fede, rischiano di mortificare gli sforzi profusi in campo dagli atleti e, dietro le quinte dalla società. Pur volendo provare a mantenere una posizione equilibrata è innegabile che, nell’ultimo periodo alcune decisioni arbitrali abbiano condizionato il cammino della squadra dell’Avellino il cui blasone, la cui storia, sempre improntata alla lealtà degli atleti e dei tifosi, non possono essere macchiati da episodi che rischiano, tra l’altro, di rafforzare il clima di disaffezione che si sta registrando intorno al mondo del calcio. Certo, questo non è un modo per piangersi addosso o per aleggiare spettri che nulla hanno a che vedere con il mondo dello sport però, da primo cittadino di Avellino, non posso esimermi dal far sentire con forza la mia voce e rivolgermi a lei nel segno del rispetto che si deve a chiunque partecipi con passione e sacrificio ad un evento sportivo”.

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