“L’ultimo protagonista della storia d’Italia”: l’animale politico De Mita nella pellicola di Flammia e Caracciolo

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Renato Spiniello – “L’idea di approcciarci ad un docufilm ci balzava in mente già da un po’, e vantando in Irpinia un personaggio della caratura di Ciriaco De Mita non potevamo non provare a raccontare la sua storia”. Parole e musica di Carmine Caracciolo, presidente dell’associazione Irpinia Film Commission, che insieme al regista Roberto Flammia, già noto all’attenzione generale col corto “Krineide”, è riuscito a mettere su pellicola, con inaspettata leggerezza, la vita del politico di Nusco.

La locandina del film

L’associazione si pone come obiettivo quello di attrarre in Irpinia produzioni cinematografiche ed audiovisive italiane ed estere. Progetto ambizioso, che ha mosso i suoi primi passi a Cannes, e proseguito durante la 73° Mostra del Cinema di Venezia. Ma il duo di Gesualdo non lesina fatiche registiche e produttive come avvenuto in passato con “Krineide”.

“La parte più difficile – raccontano gli autori – è stata proporre l’idea e convincere l’ex premier a partecipare al nostro progetto”. I due, infatti, si sono recati a Nusco senza sapere neanche dove abitasse, hanno chiesto in giro, atteso il loro turno e, una volta ricevuti, è iniziata la fase propositiva. “Inizialmente c’era diffidenza da parte sua, poi ha accettato” continuano Flammia e Caracciolo.

A questo punto è entrata in scena la troupe, composta al 90% da irpini doc: Elodia Bianco alla scenografia, l’operatore Aquilino Di Simone, l’addetto al backstage Gianmarco Genua, il fonico Antonio Pannese ed infine il direttore della fotografia Ugo Lo Pinto, e l’assistente Pierfrancesco Baldi, unici non avellinesi del gruppo. Il docufilm, della durata di un’ora scarsa, è stato girato interamente nello studio di De Mita, centro della sua attività politica, tra due cataste di libri, divisi in quelli letti e quelli in programma di essere letti.

De Mita con l’intera troupe

“In tutto abbiamo girato più di 5 ore d’intervista – racconta il regista – ma nessuno della troupe si è annoiato. A ciò si è aggiunto un minuzioso lavoro di ricerca con aggiunta di contributi audio e video tratti dalle trascorse interviste e dalle ospitate tv del noto personaggio delle vicende politiche nazionali. Un uomo che ha conosciuto, tra gli altri, personaggi come Bush, Reagan, Papa Wojtyła e Aldo Moro, e che rappresenta l’ultimo illustre protagonista della storia d’Italia dalla Prima Repubblica ad oggi“.

“Nel docufilm – continua Carmine Caracciolo – abbiamo voluto però privilegiare l’aspetto meno pesante del personaggio, perfino la sua parte più umana, quella custodita più gelosamente. Quindi il rapporto con la famiglia, i figli, la moglie, il ruolo di padre, svelando anche del materiale fotografico inedito. Volevamo presentare questa grandissima personalità senza alcun giudizio, semplicemente come contributo alla figura storica che rappresenta“.

Il leader irpino, sempre come raccontano gli autori, ha seguito dettagliatamente i lavori di sceneggiatura e montaggio, fino all’ultimo cut, tanto che ha richiesto una proiezione in anteprima nazionale per presenziarvi personalmente. L’appuntamento è stato fissato pochi giorni dopo il suo novantesimo compleanno, domenica 4 febbraio alle 11:00 al Cinema Nuovo di Lioni, il più prossimo alla Nusco tanto cara a De Mita.

Carmine Caracciolo e Roberto Flammia

“Il giorno dopo sarà in tutte le sale irpine, ma contiamo di portarlo ai vari festival di categoria di caratura internazionale, oltre che proporlo alla distribuzione nazionale del piccolo e del grande schermo”.

Sì perché l’intento di Irpinia Film Commission resta quello di dare risalto all’Irpinia stimolando il territorio: “Proseguiamo nel progetto del film intorno alla figura di Carlo Gesualdo, che dovrebbe essere girato qui nella nostra terra e avrà come protagonista Franco Nero.

Purtroppo ogni giorno ci troviamo a combattere contro i mulini a vento per la mancanza di strutture sul territorio. Non saremo appetiti da grandi produzioni se poi non possiamo offrire alloggio a troupe numerose che in alcuni casi toccano anche le 200 unità. Questa terra ha potenzialità grandiose ma resta poco abituata alla cultura, e l’esempio del teatro cittadino è lampante”.

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