Ludopatie, un anno e mezzo dopo passa il regolamento

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Marco Imbimbo – Era stato definito talmente importante per la città che il Consiglio Comunale ha impiegato ben un anno e mezzo per approvare il regolamento di contrasto alle ludopatie e mettere un freno al proliferare delle sale slot e scommessa in città.

Alla terza Assise, finalmente l’aula dà il via libera al regolamento proposto dall’assessore alle Attività Produttive Arturo Iannaccone. Sostanzialmente, però, si tratta dello stesso documento proposto un anno e mezzo fa, senza alcuna modifica se non per quanto riguarda le pubblicità delle sale. In sintesi i confronti e le pratiche ritirate più volte dall’Aula sono stati tempo perso. Quello che si è fatto oggi poteva avvenire tranquillamente un anno e mezzo fa.

Nello specifico il prospetto individua delle fasce orarie in cui potranno essere aperte le sale: 9-12 e 15-22. In pratica potranno stare aperte quando i ragazzi sono a scuola. Non solo, perché l’attenzione principale è sui cosiddetti punti sensibili come scuole, uffici, parrocchie.

Le nuove sale che apriranno dovranno farlo a 300 metri da queste strutture, mentre quelle già esistenti avranno tre anni di tempo per trasferirsi e mettersi in regola. Inoltre non è stata inserita alcuna distinzione tra sale scommessa e quelle slot, come invece avrebbe voluto la commissione “Sanità” presieduta da Gianluca Festa. Non è stata una seduta semplice, ma alla fine il regolamento è passato all’unanimità con la sola astensione di Adriana Percopo (Pd) e grazie ai voti dell’opposizione che hanno consentito di raggiungere la soglia dei 17 voti necessari.

«Finalmente si chiude una vicenda che parte da lontano – sottolinea l’assessore Iannaccone. Una volta pubblicato il regolamento non si potranno aprire altre sale giochi che non rispettino quanto previsto, quindi otteniamo un risultato nell’immediato». Lo stesso Iannaccone, inoltre, spiega come il Comune abbia concesso un patrocinio a uno studio di Roma dell’istituto superiore di sanità: «Avvierà uno screening sulla città per fornirci dati precisi sul fenomeno».

Sulla scorta di questi dati sarà possibile eventualmente apporre delle modifiche a un regolamento che, al momento, secondo Iannaccone «darà al nostro consiglio comunale la giusta vetrina a livello nazionale». Sull’impossibilità di creare una distinzione tra sale slot e scommesse è intervenuta Ida Grella (Pd): «Sono entrambe legate al gioco d’azzardo. La legge è molto chiara e le classifica come luoghi in cui si pratica il gioco d’azzardo. In città sono nate varie sale da gioco proprio di fronte alle scuole, di qualsiasi grado. Questo regolamento punta a far  uscire Avellino dal far west».

Critica, invece, la consigliera di maggioranza Adriana Percopo che ha ricordato tutto il tempo perso sul regolamento: «E’ la terza volta che arriva in Aula così com’era e dopo un anno e mezzo ha bisogno di essere aggiornato. Oggi emaniamo un regolamento senza alcun dato alla mano sul fenomeno. In un anno e mezzo avremmo potuto effettuare un screening ottenendo dei dati precisi. Tutti i regolamenti approvati dagli altri comuni sono stati accompagnati da dati precisi».

Sempre dai banchi della maggioranza, Gianluca Festa, ha allontanato tutte le accuse mosse verso il suo organismo che proponeva la distinzione tra sale slot e scommessa: «Siamo stati accusati di difendere gli interessi di qualcuno. Noi vogliamo il regolamento, ma va migliorato anche per far sì che non venga impugnato davanti al Tar. Dobbiamo riflettere bene perché non vorrei che per togliere le sale dal centro, trasformiamo le periferie in “Gomorra”».