Ludopatie, il flop del Comune salva sale scommesse e slot machine

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L’amministrazione comunale fa registrare l’ennesimo passo falso sul regolamento “ludopatie”, necessario a gestire il proliferare delle sale scommessa e slot machine in città. Il tutto sulla scorta di una normativa nazionale che impone ai comuni d’Italia di dotarsi di un apposito regolamento che stabilisca gli orari di apertura e chiusura delle sale da gioco, ma anche i luoghi in cui è possibile aprirle, rispettando una certa distanza dai luoghi cosiddetti sensibili quali possono essere scuole e parrocchie.

Questo per contrastare il fenomeno della ludopatia, ovvero della dipendenza da gioco che, ormai, è stata classificata alla stregua di quelle da alcol o droghe. Il prospetto portato in Aula dall’assessore alle Attività Produttive Arturo Iannaccone avrebbe fissato degli orari specifici per apertura e chiusura delle sale, in modo da non farli coincidere con quelli di scuole e uffici. Ma soprattutto avrebbe sancito la distanza minima di 300 metri dai “luoghi sensibili”. Le nuove sale avrebbero dovuto rispettare questa “soglia di sicurezza”, mentre quelle già esistenti avrebbero avuto 3 anni di tempo per spostarsi. Nonostante il sostegno dell’opposizione, pronta votare a favore, qualcosa è andato storto.

I consiglieri di maggioranza Salvatore Cucciniello, Francesca Medugno, Gerardo Melillo e Gianluca Festa hanno deciso di abbandonare l’Aula, insieme a quello di minoranza, Domenico Palumbo. Oggetto del contendere la volontà di modificare in parte il regolamento, soprattutto separando le sale scommessa da quelle slot. Per le prime non ci sarebbe stato l’obbligo dei 300 metri dai “luoghi sensibili”. Modifiche, queste, che non avrebbero mai trovato il favore dell’Aula, unita invece nel considerarle come equamente pericolose per il fenomeno della ludopatia. Di conseguenza hanno abbandonato l’Assise salvando di fatto le sale scommessa e quelle slot.

Un atteggiamento che ha prodotto le lamentele sia d’opposizione che di maggioranza, anche se l’assessore Iannaccone ha sottolineato: «Il regolamento non è stato bocciato, semplicemente non ha ottenuto i 17 voti necessari per essere approvato. Quindi lo ripresenteremo nel prossimo consiglio». Lo stesso Iannaccone ha parlato anche di «pressioni provenienti dalla categoria dei gestori, non a caso nell’ultima riunione della commissione “Sanità” (presieduta da Festa e che vede Cucciniello e Palumbo tra i componenti, ndr) era presente anche il responsabile nazionale di Eurobet».

Dura anche la presa di posizione dell’ex capogruppo Pd Ida Grella: «Purtroppo, in maggioranza, è venuto meno il guardarsi in faccia e comprendersi tra persone che, solo teoricamente, indossano la stessa casacca». La stessa Grella ha sottolineato l’importanza di questo regolamento per la città di Avellino e per farla «uscire da una condizione di far west». Mentre nel merito delle modifiche, mai presentate, dai consiglieri che poi hanno abbandonato l’Aula, ha sottolineato: «Il Monopolio di Stato equipara sale scommesse e slot come luoghi in cui si pratica un gioco a fronte di un ritorno economico. E’ una definizione giuridica e, un regolamento che non tiene conto di questa equiparazione, è monco e contro legge. Non risolve il problema. Il regolamento sarà riportato in Aula, ma io non lo voterò mai se verrà stravolto nella sua sostanza».

Dal lato dell’opposizione c’è stata una dura condanna, come nel caso di Alberto Bilotta (Udc): «Tutto questo è indegno nei confronti della città.Un regolamento che non viene nemmeno discusso perché qualcuno della maggioranza lascia l’Aula, mentre l’opposizione in segno di responsabilità vota a favore di questo regolamento delicato. C’è chi in maggioranza parla di ludopatie e si riempie la bocca con l’importanza di approvare questo regolamento, ma poi esce dall’Aula perché ci sono interessi diversi».