Lotta alla droga, il messaggio de La Casa sulla Roccia: “Farsi un tiro non produce solo sballo”

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Renato Spiniello – Sono circa mille i colloqui, sia con utenza minorile che con adulti, che svolge ogni anno l’associazione “La Casa sulla Roccia-Centro di Solidarietà”, da oltre trent’anni impegnata sul territorio per combattere ogni forma di dipendenza. Di questi circa cento sono quelli che entrano nel programma dell’associazione, che tuttavia viene completato dal 30% del totale, il resto entra solitamente nella condizione di porta girevole, in cui continua a uscire e rientrare nel percorso per chiedere aiuto e sostegno.

A sciorinare i dati è Franco Lo Priore, responsabile terapeutico dell’associazione di volontariato, quest’oggi presente, insieme ad altri operatori e volontari, con l’Unità Mobile “Con-Tatto” lungo Corso Vittorio Emanuele in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla Lotta alla Droga, istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite.

“Il messaggio che vogliamo lanciare – spiega l’operatore sociale – è di prevenzione, in quanto anche all’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction si è riscontrato che sono oltre 4mila i minori rientrati all’interno del circuito penale minorile. Solo una micro-fetta di tutti coloro che consumano sostanze e di cui non ne siamo a conoscenza, come non siamo a conoscenza di cosa stiano realmente consumando. Significa che i ragazzi potrebbero incombere in problemi ben più gravi di un semplice sballo”.

Per entrare nel percorso dell’associazione, pensato non solo per i consumatori abituali di sostanze stupefacenti ma anche per coloro che hanno dipendenze da alcol o da gioco d’azzardo, basta contattare la segretaria de “La Casa sulla Roccia” ai numeri 0825/72419 e 0825/72420. “I nostri servizi sono pensati non solo per i portatori di disagi – precisa Lo Priore – ma anche per genitori o amici di ragazzi o adulti dipendenti. Possiamo indirizzarli su come muoversi rispetto a questa piaga sociale enormemente diffusa, ma anche fornire validi provvedimenti di prevenzione primaria, secondaria o terziaria.

Quando si fa uso di droghe – precisa ancora l’operatore – spesso non si sa cosa si sta consumando: farsi un tiro di canna non produce soltanto sballo. Dal 2006, ovvero da quando abbiamo attivato il percorso di presa in carico del minore col Centro di Giustizia minorile della Campania, abbiamo diagnosticato che nel 78% dei casi vi è la compresenza di un disturbo psichiatrico correlato al consumo di droga. Per questo è un discorso che non va mai banalizzato e lo stesso vale per gli smart-drugs e per la marijuana terapeutica, che non cura affatto”.