L’ONU si schiera a favore dell’uso terapeutico della cannabis

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Accolta la proposta dell’OMS. La cannabis viene rimossa dalle sostanze pericolose

Ebbene sì, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha preso una decisione storica in materia di cannabis, modificando la tradizionale linea politica di intransigenza e riconoscendo ufficialmente il valore terapeutico di questa sostanza.

Adesso, la partita giocata tra proibizionisti e anti-proibizionisti potrebbe essere definitivamente chiusa, e il panorama normativo di numerosi Paesi, tra i quali l’Italia, potrebbe subire l’influenza di questa presa di posizione dell’ONU e avviarsi verso la graduale legalizzazione della cannabis.

Insomma, dopo l’era dei prodotti a base di CBD, caratterizzata dall’apertura di numerosi negozi dedicati a questa categoria e dalla possibilità di acquistare la migliore canapa light online, in futuro potremmo assistere alla comparsa sul mercato della marijuana.

Le Nazioni Unite hanno deciso: la cannabis può essere utilizzata a scopo terapeutico

La Commissione sui narcotici e sulle droghe delle Nazioni Unite ha riconosciuto il valore terapeutico della cannabis.

Questa decisione è stata presa nel dicembre del 2020 in seguito ad alcune raccomandazioni dell’OMS che, visti i risultati di numerose ricerche scientifiche, ha proposto di modificare lo status di questa sostanza all’interno della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961.

In particolare, il massimo organo internazionale in materia di sanità ha suggerito di rimuoverla dalla tabella che raccoglie le ‘sostanze a forte rischio di abuso’, nella quale era stata inserita assieme a pericolose droghe come l’eroina e la cocaina, per spostarla tra quelle con un potenziale valore terapeutico.

La decisione della Commissione è stata presa dopo una votazione molto combattuta: 27 membri hanno votato a favore dell’accoglimento della proposta dell’OMS (tra i quali tutti gli Stati europei, con l’esclusione dell’Ungheria), 25 contro e un solo astenuto.

Fino a questo momento, la decisione dell’ONU non  ha avuto un impatto immediato sulle normative internazionali relative alla cannabis, perché i governi hanno ancora pieno potere giurisdizionale sulla classificazione di questa sostanza.

Tuttavia, molti Paesi tengono in grande considerazione le dichiarazioni delle Nazioni Unite, e spesso intervengono sulle proprie leggi, modificandole in modo da assecondare il parere della comunità internazionale.

Per questo motivo, il riconoscimento del valore terapeutico della cannabis da parte dell’ONU può essere visto come qualcosa di più di una semplice vittoria simbolica di coloro che desiderano politiche meno proibizioniste nei confronti di questa sostanza: questa decisione potrebbe rappresentare la spinta definitiva verso la graduale liberalizzazione della cannabis.

I benefici della cannabis riconosciuti dalla scienza medica

Quando si parla di effetti della cannabis e sul suo possibile uso terapeutico, è molto facile cadere in un dibattito puramente etico e morale tra ciò che è ‘giusto’ e ciò che è ‘sbagliato’.

Purtroppo, ragionare in questi termini significa costruire le proprie opinioni su valori strettamente personali e relativi, e non aiuta a trovare una soluzione ragionata e scientifica al problema.

In realtà, sarebbe molto più costruttivo esaminare questo tema da un punto di vista puramente scientifico, lasciando la parola ai professionisti della ricerca e basandoci solo su dato oggettivi e misurabili.

Analizzando gli studi compiuti sulla cannabis, si può notare che la scienza ha più volte evidenziato il valore terapeutico della cannabis, e i più recenti risultati hanno contribuito alla presa di posizione dell’OMS che ha portato alla decisione dell’ONU di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.

In particolare, è emerso che i cannabinoidi possono essere utilizzati medicalmente nei seguenti casi:

  • trattamento del doloreTHC e CBD possiedono effetti analgesici che esercitano limitando la capacità del sistema nervoso di ‘trasportare’ la sensazione del dolore. Questa caratteristica fa sì che la cannabis possa essere utilizzata per alleviare alcuni sintomi tipici di gravi malattie come l’artrite reumatoide;
  • riduzione dell’intensità delle crisi epilettiche – è stato dimostrato che il cannabidiolo è in grado di riuscire là dove i medicinali tradizionali falliscono, ovvero nel trattamento di particolari forme di epilessia infantile. A questo scopo è stato commercializzato l’Epidiolex, un medicinale a base di CBD le cui proprietà sono state riconosciute dalle agenzie farmaceutiche degli USA e dell’Unione Europea;
  • stimolazione dell’appetito – la cosiddetta fame chimica è un effetto tipico dei cannabinoidi che tutti conosciamo. Quello che in tanti ignorano è che questa proprietà può essere sfruttata per combattere l’inappetenza causata dai trattamenti chemioterapici antitumorali.

In conclusione

La presa di posizione dell’ONU in tema di cannabis rappresenta una svolta storica: da ‘erba del diavolo’, questa sostanza sta iniziando a essere considerata in modo diverso, e la comunità internazionale ha stravolto quella che era la linea politica dei decenni precedenti, riconoscendo le proprietà terapeutiche di questa sostanza.

Come abbiamo spiegato, la decisione della Commissione sui Narcotici e sulle Droghe non ha avuto un impatto immediato sulle politiche dei singolo Stati, ma sarebbe difficile immaginare che i Paesi membri decidano di ignorarla a lungo. È molto più probabile che, con il passare del tempo, diverse nazioni decidano di allinearsi alla nuova era inaugurata dalle Nazioni Unite sul finire del 2020.

Nel frattempo, Justbob e tutte le altre aziende italiane che operano nel settore della canapa light, attendono gli sviluppi di questa situazione che potrebbe rappresentare una nuova opportunità di crescita economica per il nostro Paese.

1 COMMENT

  1. […] Quest’ultima ha un effetto psicotropo sulla condizione psicofisica, al contrario della cannabis definita light, che invece comporta diversi vantaggi. Per non parlare del fatto che sia il suo consumo sia la sua vendita risultano essere attualmente a norma con la legge italiana. Pertanto la cannabis, per risultare in versione light, deve contenere una concentrazione minore allo 0.2% di THC. Per saperne di più, visitate questa pagina. […]

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