Lode all’Irpinia “renziana”: coerenti anche dopo il disastro

0
203
matteo-renzi

Pasquale Manganiello – Non so quanto il plebiscitario appoggio dei massimi esponenti del Pd irpino all’ex segretario ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi sia dovuto alla condivisione progettuale e partitica o a convenienze particolari. Certo è che molti, in Italia, sono già scesi dal carro del “perdente”.

Paris, Famiglietti, D’Amelio, De Luca, De Caro, Festa, De Blasio e tutti gli altri esponenti di spicco del Partito Democratico irpino, nonostante la batosta al Referendum, non si sono mossi di un centimetro. Tutti con Renzi, a prescindere. Le percentuali bulgare alle convenzioni provinciali in vista delle Primarie aperte del 30 Aprile non lasciano spazio a dubbi.

Una coerenza assolutamente da lodare: molto meglio rispetto a chi, vedi il candidato alle Primarie Orlando, da Ministro ha condiviso tutto, ma proprio tutto, del programma di Governo di Renzi e che ora prova in modo goffo a defilarsi dagli ultimi tre anni in cui ha votato qualunque cosa, anche le numerose riforme bocciate senza se e senza ma da Corte Costituzionale e popolo italiano.

Molti parlamentari dem e persino parte della stampa italiana, fino a poco tempo fa assolutamente ultrarenziani, si stanno reinventando alla ricerca di una nuova verginità.

Ad Avellino no: il solo Gengaro (o quasi) a sostegno della mozione Orlando mentre Michele Emiliano risulta completamente fuori dai radar. Renzi, verosimilmente, vincerà senza problemi il 30 Aprile e guiderà il partito verso le Politiche 2018. Difficile far dimenticare i disastri del suo Governo che hanno dilapidato consensi forse mai più raggiungibili (vedi il 40% alle Europee). Difficile mostrarsi come “rottamatore” dopo aver rottamato se stesso in questi tre anni intrisi di spocchia e di manie di protagonismo, in cui è stato completamente perso il contatto con la realtà.

Eppure il Pd irpino, coerentemente, crede in Renzi e non teme il tracollo legato alla figura in netto calo di consensi dell’ex Premier. Il Partito democratico, dal punto di vista dei sondaggi, paga il peso della scissione ed in Irpinia, anche in vista di un ipotetico Congresso provinciale sempre più dominato dalla confusione, non se la passa bene.

Tutti coerentemente con Renzi, quindi. Le Politiche sono vicine e così pure le liste. Non si sa mai.