In particolare, sono stati analizzati la densità imprenditoriale, il mercato del lavoro, la pressione fiscale, la concorrenza sleale del sommerso, la burocrazia, il credito, i tempi della giustizia civile, la legalità e la conflittualità, le utilities e i servizi pubblici locali, il capitale sociale del territorio e le infrastrutture. Anche nella classifica per regioni, il primo posto va al Trentino Alto-Adige, seguito da Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Veneto e Lombardia. In fondo alla classifica si trovano Sicilia, Campania e, in ultima posizione, Calabria. Dal rapporto emerge che e’ il Nord Est la macro area italiana più favorevole al fare impresa. A seguire il Nord Ovest, il Centro, le Isole e il Sud. Per gli indicatori relativi alla pressione fiscale le prime tre province virtuose sono tutte quelle dotate di una forte autonomia: Bolzano, Trento e Aosta. Le ultime tre, invece, sono Salerno, Latina e Napoli. Per minore peso della burocrazia al top vi sono Prato, Ravenna e Reggio Emilia, mentre le ultime tre province sono Roma, Campobasso e Catanzaro. In quanto a condizioni del credito in testa troviamo Sondrio, Piacenza e Terni, mentre agli ultimi posti figurano Salerno, Napoli e Avellino. Per tempi della giustizia le province ideali per fare impresa sono Trento, Torino e Como, mentre le ultime tre sono Messina, Catanzaro e Lecce. Per quanto riguarda infine le condizioni legate a utilities e servizi pubblici locali Aosta, Milano e Genova sono le province con le migliori condizioni, la maglia nera va invece a Teramo, Campobasso e Isernia.