Lo smog uccide anche in Irpinia: 10 consigli per difendersi.

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Lo stato di salute dell’aria che respiriamo nella città di Avellino lascia molto a desiderare. E per il futuro c’è poco da stare allegri. Come difendersi ?

La Campania, dal punto di vista dell’inquinamento ambientale, è tra le regioni italiane messe peggio, seconda solo alla Lombardia. In questo contesto, l’Irpinia può tirare una boccata d’ossigeno, anche se le prospettive dicono che occorre porre un freno alle emissioni atmosferiche.

Quanto incide l’inquinamento atmosferico sulla popolazione? Quanti decessi sono direttamente attribuibili all’aria che si respira? E cosa accadrà nei prossimi anni?

Nel 2010 nel territorio regionale si sono registrati oltre 3.000 decessi per la contrazione di malattie riconducibili alla qualità dell’aria. E tra cinque anni il numero potrebbe superare le 5000 unità.

L’allarme arriva dal Progetto VIIAS, Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute, finanziato nel quadro delle iniziative del Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute.

Il progetto integra le competenze in materia ambientale e sanitaria nel contesto italiano al fine di disporre di un sistema di valutazione integrata degli effetti ambientali e sanitari dell’inquinamento atmosferico in grado di valutare la situazione esistente e i possibili scenari futuri nel contesto nazionale.

La ricerca ha preso in considerazione, in particolare, gli effetti che tre agenti inquinanti presenti nell’atmosfera  hanno avuto e avranno in futuro: il particolato atmosferico (PM 2,5), il biossido di azoto e l’ozono.

Lo studio è stato condotto elaborando i dati estrapolati dal censimento generale della popolazione del 2001 e del 2011 e incrociandoli con quelli dei casi di morte riconducibili all’inquinamento nel 2005 e nel 2010 con una proiezione nel 2020.

Rispetto a quanto si prevede accadrà nel resto della Campania, la provincia di Avellino può considerarsi ancora in un buono stato di salute, anche se i numeri inducono a riflettere sulle misure da adottare per contrastare il fenomeno dell’inquinamento atmosferico.

Secondo la ricerca, nel 2005 in Irpinia si sono registrati 68 casi di decessi direttamente collegati alla presenza di PM2,5 nell’aria (24 ogni 100.000 abitanti con più di 30 anni) che sono scesi a 9 nel 2010. Secondo le previsioni, che tengono conto di quella che sarà la qualità dell’aria nel 2020 secondo i modelli predisposti dall’Enea, tra cinque anni in Irpinia potrebbero registrarsi 7 casi di decessi legati all’aria che si respira ogni 100.000 abitanti.

Tale condizione si verificherebbe se venissero  osservati rigidamente i limiti di emissioni consentite previste dalla legge (per il PM 2,5 è fissato a 25 µg/m3) il che, almeno per il passato, non sempre si è verificato.

Tra le particelle presenti nell’aria che respiriamo, anche l’ozono è un’importante causa di morte.

In Irpinia, sono stati 18, nel 2005, i casi di decessi direttamente riconducibili al gas instabile, saliti a 24 nel 2010. Secondo le previsioni, sempre se si dovessero rispettare i parametri previsti dalla normativa vigente, nel 2020 l’ozono potrebbe essere la causa di 5 decessi ogni centomila residenti.

Poche, invece, le preoccupazioni legate al biossido di azoto che, se è stato la causa di due morti avvenute nel 2005, non ha più influito negli anni a seguire, con previsioni che lasciano ben sperare.
Tante comunque le preoccupazioni per chi ha figli piccoli. Che cosa possono fare i genitori che vivono in città per limitare i danni?

“Durante le giornate più critiche è meglio tenere a casa i bambini piccoli. Tra l’altro, nei passeggini o nelle carrozzine, respirano peggio degli adulti perché le polveri sottili stanno più vicine al terreno” spiegano i pediatri “Altre precauzioni che le mamme possono osservare consistono nel cercare di frequentare parchi o zone verdi almeno a 200, 250 metri dalle strade trafficate e nel cercare di uscire di casa in fasce orarie in cui il grosso del traffico cala, la mattina, per esempio, verso le 10.30, 11.00”.

Ecco altri consigli in pillole.

  1. fare jogging e passeggiare nel parco quando piove o comunque è nuvoloso perché non c’è quella cappa stagnante che crea il sole e le polveri sono spazzate via da vento ed intemperie;
  2. andare a fare la spesa a mezzogiorno, orario in cui i ricercatori hanno registrato meno concentrazioni di polveri;
  3. i bimbi devono essere tenuti lontani dalle emissioni, in particolare dal particolato vicino al suolo dunque meglio portarli nel marsupio;
  4. non frequentare le strade più trafficate bensì optare per percorsi alternativi per andare a lavoro, a scuola o in palestra a piedi;
  5. no all’happy hour all’aperto dove tra l’altro si può fumare e quindi oltre alle polveri respiriamo anche fumo di sigaretta;
  6. in casa meglio non friggere bensì cucinare a vapore;
  7. coltivare piante antinquinamento come ficus, dracena e gerbera;
  8. i camini in casa sì ma solo se chiusi e ad alta efficienza, i condizionatori vanno puliti nei filtri regolarmente;
  9. a tavola preferire cibi ricchi di vitamine ed antiossidanti, cibi rossi, gialli e arancioni come pomodori, melograno, barbabietola, arance rosse, carote, mandarini, limoni, verdure;
  10. ultimo, quasi scontato: non fumare. Per nessuna ragione e in nessun posto al mondo.

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