Ilenia Gubitosa – Attaccare Ciampi per non aver commentato la brutale aggressione subita da una donna ieri pomeriggio in pieno centro non è stata una scelta felice. Nè da un punto di vista umano nè, tantomeno, politico.
Diventa un esercizio a dir poco complicato provare a capire e motivare l’uscita di Nadia Arace la quale, in buona sostanza, ha accusato il sindaco di stare su Facebook mentre, a pochi metri dal Comune, si stava consumando un gravissimo episodio di cronaca.
Il collegamento non c’è, inutile sforzarsi e provare a capire. Tanto è vero che la stessa Arace ha provato a dare un taglio politico al suo intervento, precisando, sempre nello stesso post su Facebook che ha contribuito non poco a surriscaldare ulteriormente gli animi, che nelle linee programmatiche proposte dal sindaco non c’è nessuno riferimento al contrasto alla violenza sulle donne e alle politiche di genere.
Niente da fare. Anche questo passaggio aiuta poco a capire. E diventa sempre più difficile giustificare la scelta di strumentalizzare un episodio di cronaca così grave per attaccare, ancora una volta, il primo cittadino di Avellino. Una donna veniva presa a martellate dal suo convivente in pieno centro e la Arace non trovava di meglio da fare che scrivere un post velenoso sul suo profilo Facebook. Mettendo, ancora una volta, il sindaco nel mirino.
Un attacco cieco e insensato, con l’obiettivo di fare politica e tirare l’acqua al proprio mulino, sempre e comunque. Ignorando che, almeno su certi argomenti, e soprattutto a caldo, sarebbe preferibile smussare, evitare polemiche e facili strumentalizzazioni e provare ad essere, per quanto possibili, costruttivi e collaborativi.
E invece non è andata così. Una scelta ancora più incauta e ingiustificabile se si pensa che, poche ore prima, in consiglio comunale, si era chiusa una seduta fiume utile solo a sancire la decisione, largamente condivisa, dell’assise di piazza del Popolo di immobilizzare l’azione amministrativa di Ciampi e di congelare ulteriormente il futuro di Avellino.
Una volta si sarebbe parlato di una brutta pagina di politica. Oggi basta dire, arrivando immediatamente a tutti, un brutto, bruttissimo post. La conclusione, però, non cambia: Nadia Arace ha perso una buona occasione per tacere.