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L’Irpinia e la Sanità: “Il suo futuro alimenti le nostre azioni”

Avellino – Continua la mobilitazione delle Istituzioni irpine a difesa del patrimonio dei servizi sanitari della provincia di Avellino. Questa mattina, teatro della ‘battaglia’ per la difesa del diritto alla salute è stata l’aula consiliare del Comune di Avellino che ha visto riuniti con il primo cittadino della città capoluogo, Giuseppe Galasso, e la sua Giunta, decine di sindaci della provincia irpina (Salzarulo, Frullone, Guarino, Carullo, Famiglietti, De Mita, Di Milia solo per citarne alcuni, ndr), i sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Enzo Petruzziello, Mario Melchionna, Franco De Feo e Tino Vassiliadis, i consiglieri e gli assessori del parlamentino di Palazzo Caracciolo Franco Russo, Stefano Farina, Giuseppe Solimine, Maurizio Petracca, i neo eletti consiglieri regionali Rosa D’Amelio, Pietro Foglia, Ettore Zecchino, e il vice presidente della Giunta regionale (ma presente come esponente della Provincia) Giuseppe De Mita.
Presenti all’incontro diversi esponenti del mondo della Sanità irpina pubblica e privata, da Albino D’Ascoli, commissario dell’Asl Avellino, a Pino Rosato, manager dell’azienda ospedaliera Moscati, da Antonio D’Avanzo, presidente dell’Ordine dei Medici di Avellino, a Carmine Malzoni, responsabile ginecologia ed oncologia ginecologica dell’omonima clinica privata, fino a Nicola Tesorio e Felice Nunziata in rappresentanza dell’ospedale Landolfi di Solofra.

Dall’aula consiliare di piazza del Popolo, i primi cittadini e gli amministratori d’Irpinia si sono detti pronti a chiedere (ed a pianificare) al presidente della Giunta regionale e commissario della Sanità campana, Stefano Caldoro, la rimodulazione del piano sanitario adeguandolo alle esigenze del territorio.
Portavoce di questa istanza è stato il manager del Moscati, Rosato: “Siamo pronti ad accettare le regole ma è necessario che i percorsi, la gestione e tutto quanto concerne la verifica dei servizi ospedalieri resti nelle nostre mani – ha spiegato – L’obiettivo è arrivare, a invarianza di finanziamento, alla ricostruzione di un modello che sia realmente di risposta per i cittadini della nostra comunità”.

La questione sollevata nel corso dei lavori ha avuto anche il ‘placet’ di Giuseppe De Mita che, sebbene in veste ufficiale di numero due dell’Ente Provincia di Avellino, è stato l’interlocutore naturale delle istanze promosse dal territorio irpino. “Nel corso degli incontri con Caldoro per la definizione della Giunta regionale – ha spiegato – si è parlato tanto della riorganizzazione della Sanità in Campania. La linea comune che è emersa stamane va individuata nella sensazione di disagio che tutti provano ad affrontare questa discussione. Tutto ciò esige logica e razionalità. Bisogna definire il metodo prima di entrare nel merito. I punti deboli del piano proposto da Zuccatelli sono essenzialmente da ricercarsi in due punti: la non partecipazione delle istituzioni alla redazione della proposta e l’applicazione rigida dei criteri di inappropriatezza dei servizi sanitari”.
De Mita ha poi ricordato come questo sia un momento assai difficile per il sistema sanitario campano, “… per via dei vincoli di spesa (aumento tasse ed eliminazione fondi Fas, ndr) e per il regime commissariale cui è soggetto. Eppure – ha aggiunto – è possibile immaginare di modificare il piano. Le strutture ospedaliere dell’Irpinia sono nate per essere eccellenza nella Regione, per cui l’individuazione in tempi stretti di ipotesi di ridefinizione dei piani è la via più utile per impegnarsi”.

Al sindaco Galasso (su suggerimento del collega-primo cittadino di Nusco) è stato affidato il compito di farsi carico in tutte le sedi delle esigenze di salute dei cittadini. “La nostra non è una protesta campanilistica – ha riferito Galasso – non ha colore politico né distinzione di sorta. E’ l’occasione per farci ascoltare. Tutti insieme. Con oggi diamo vita ad iniziative che non sono più isolate, pertanto aspettiamo anche cosa emergerà dal Consiglio provinciale speciale (che si terrà il 22 o il 23 maggio, ndr). Abbiamo il dovere di valorizzare le nostre eccellenze a tutti i livelli. Quello che chiediamo è di avere pari dignità e pari sicurezza ad Avellino come a Napoli”.

E proprio il ‘napolicentrismo’ è salito sul banco degli imputati ed è stato più volte richiamato nel corso del dibattito in aula. Dal consigliere comunale di Avellino Virgilio Cicalese al sindaco di Solofra Antonio Guarino sino a Rodolfo Salzarulo, sindaco di Lioni, che ha affermato: “La razionalizzazione dei contesti ambientali del napoletano darebbe da sola la risposta per il recupero verticale di tutti gli sprechi attuati sinora”.

Infine, nel corso dei lavori consiliari, che hanno visto tra i vari anche gli interventi del sindaco di Bisaccia Frullone, De Luca, Zecchino, D’Amelio, Malzoni, Foglia, Preziosi, Ambrosone, D’Ercole, Bilotta, Russo, Gabrieli, Urciuoli, Maggio, Silvestri, D’Avanzo, spazio ha trovato anche il dibattito tecnico con il commissario Albino D’Ascoli che ha spiegato all’aula la filosofia con cui si è addivenuti alla bozza di piano: “L’obiettivo di questa proposta è di rientrare di circa 150 milioni di euro l’anno. Il piano nasce sulla scorta dei dati forniti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che ha stimato nel 40% la percentuale dei ricoveri inappropriati in Campania. La proposta di piano di cui oggi parliamo è di gran lunga migliore di quella pensata inizialmente. Possiamo farcela – ha concluso – soltanto se riusciamo a coniugare gli sforzi economici con quelli organizzativi”. (di Antonio Pirolo)

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