L’Irpinia che dice no al G7 in Piazza: non siamo solo vino e castagne, c’è gente che soffre

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AVELLINO- Cessate il fuoco. C’e’ la Pace in cima all’agenda delle sigle sociali, politiche e sindacali che hanno detto no al “G7 dei potenti” in Irpinia. Lo striscione che questo pomeriggio ha aperto il corteo colorato dalle bandiere di Arci,Acli, Palestina, Cgil, Giovani Comunisti, Rifondazione, Sinistra e Verdi e del Movimento contro l’eolico selvaggio. Circa duecento persone, in prevalenza giovanissimi, che si sono dati appuntamento a Piazza Libertà per gridare il loro no al G7, in particolare a rivendicare che c’è un Irpinia che non dice grazie per l evento e propone quella definita da uno dei relatori, esponente delle Acli, che si sono avvicendati al microfono come quella “appezzottata proposta dai sindaci”. Non è tutto vino e castagne. In Piazza il corteo “No G7” ha invece portato l’Irpinia che soffre:senza lavoro, senza casa, senza diritto e senza servizi. Come ha spiegato il segretario dei Giovani Comunisti Antonio Marzio Liuzzi “del G7 resterà solo qualche strada asfaltata male”. E ci sono i temi della sicurezza e dei migranti, come ha ricordato Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil: “Noi riteniamo che l’Italia non possa fare a meno di un’organizzazione del flusso migratorio che non sia basata sull’emergenza. Abbiamo un’idea diversa, ispirata al modello di Riace, che non è securitario né penalizzante in termini di vite umane. Sappiamo con certezza che non condividiamo l’idea di sicurezza di coloro che ci governano, i quali si riempiono la bocca parlando di sviluppo. Se, come stanno facendo in Parlamento, dovesse passare il decreto sicurezza, noi oggi non avremmo l’IIA, perché i delegati di allora erano in piazza, hanno ricevuto una denuncia amministrativa, li abbiamo difesi e sono stati assolti, poiché non avevano fatto nulla, se non bloccare la vendita e la svendita dei materiali presenti all’interno dell’azienda.Se il decreto sicurezza dovesse passare, per quanto ci riguarda come organizzazione sindacale, sarebbe catastrofico, perché non riusciremmo più a tutelare i posti di lavoro e a portare avanti la nostra azione sindacale, dato che si passerebbe direttamente alla sfera penale. La cosa principale, lo ripeto, è la gestione delle vite umane: l’idea di penalizzare uomini e donne, indipendentemente dalla loro nazionalità, è un meccanismo puramente carcerario e, secondo noi, una follia”. In Piazza c’è la testimonianza di chi da Bisaccia combatte contro le pale eoliche, citando anche uno degli ultimi incidenti avvenuti ad una delle pale qualche giorno fa. C’è come spiegano i ragazzi che hanno movimentato con slogan e balli il corteo fino a San Ciro, “chi ha dato dignità alla nostra terra”. Il messaggio per la terra e contro la carneficina in Palestina sta anche tutto nelle parole delle due canzoni scelte dai Lumanera davanti alla Chiesa del Rosario: madre natura e carn e Maciell. Un’ altra Irpinia rispetto a quella vista a Mirabella Eclano c’è ed ha fatto sentire la sua voce. Imponente il servizio d’ordine fatto scattare dalla Polizia per il cordone di sicurezza al corteo.