L’Irpinia boccia la modifica alla Costituzione: 74.6% i No

0
114

Referendum: passa il no al disegno di legge di modifica della Costituzione proposto dal centrodestra. L’oggetto dell’attuale referendum interessava circa cinquanta articoli della Costituzione, riguardanti principalmente: il trasferimento di alcune competenze alle Regioni, il Parlamento (Camera e Senato Federale), la formazione delle leggi, il Presidente della Repubblica, il Primo Ministro, la Corte Costituzionale, il Consiglio Superiore della Magistratura. Con oltre il 90% delle sezioni scrutinate, i No si sono attestati al 61,6% dei voti contro il 38,4% dei Si. Una vittoria schiacciante che vede soltanto in due Regioni (Lombardia con 54,6% e Veneto 55,3%) una prevalenza del sì. Netta la prevalenza del No nell’Italia Meridionale 74.8%. In Irpinia idem. Il No si attesta al 74.6% di contro il 25,5% che si erano espressi favorevolmente. Nonostante il quorum non fosse necessario, è stato ampiamente superato: si è attestato al 53,6%. In Irpinia su 499 sezioni scrutinate, al 44,2%.

Mancino: ora riprenda il confronto in Parlamento
“Il risultato del confronto referendario sulla modifica della seconda parte della Costituzione obbliga la maggioranza che ha vinto a tenere conto che il Paese non ha detto no alle riforme, ma ha soltanto rifiutato quella unilateralmente voluta dalla Casa delle Libertà. Adesso occorre partire dalla considerazione che i partiti che hanno chiesto di votare no si sono anche impegnati, a referendum concluso, a riprendere il tema delle riforme. Trascorso un brevissimo periodo di riflessione, l’Unione apra il tavolo del confronto con tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Temi di possibile convergenza non mancano: dal superamento del bicameralismo alla stabilità dei governi, dall’attuazione dell’art. 119 della Costituzione sul federalismo fiscale ad alcune essenziali modifiche al titolo V. Non si tratta di questioni di poco rilievo, ma neppure di modifiche dell’intera organizzazione del potere. Prima ancora di individuare gli strumenti, è preferibile verificare nelle commissioni parlamentari competenti ciò che unisce e ciò che divide: non commettiamo l’errore di dare prima vita al contenitore e poi ai contenuti. Così facendo ripeteremmo i flop del passato.”

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here