A Barcellona, tempio della “movida” brilla un angolo d’Irpinia e la verve di uno chef biancoverde: questa è la storia di Danilo Di Monaco.
Barcellona, tempio della “movida”, meta indiscussa del turismo giovanile, divisa tra tradizione e modernità e, in ogni caso, con un’offerta turistica impressionante per un città che non dorme mai e non smette di creare e lanciare tendenze in Europa; un tempio che ha anche qualcosa di avellinese…
Spulciando tra le recensioni del ristorante pizzeria “Bellebuon” di Barcellona, infatti, è naturale leggere immediatamente quelle redatte da avventori italiani; si sa che il turista tricolore, dopo qualche giorno, viene colto dalla nostalgia di casa e si lancia famelico alla ricerca di pasta e pizza; ben sapendo di rischiare qualche amara e costosa delusione specie nei locali che più strizzano l’occhio al turista.
“La vera Italia non si smentisce mai e il proprietario Danilo è stato veramente gentile”, scrive Mosca10; “(…) ragazzi davvero gentili che propongono ottima cucina tradizionale italiana (…)”, chiosa Aly B; “(…) un posto dove la qualità è di casa su tutti gli aspetti” aggiunge Giuseppe P , anche l’utente Emulsio fa i complimenti a Danilo…
Ma chi è Danilo ?
E’ presto detto, questa perla della ristorazione nella città della Movida è la creazione di un avellinese, Danilo Di Monaco.
40 anni, avellinese, Danilo Di Monaco viene da una famiglia di storici commercianti del Corso Vittorio Emanuele – chi non ricorda il mitico Piovan & Milan, sito poco prima del Bar Diana – ha portato nella città di Gaudì le architetture di sapori “made in Irpinia”, la sua storia è veramente interessante e può dire tanto ai giovani che combattono con la mancanza di lavoro e la crisi.
“Grazie alla mia famiglia – dice Danilo – ho avuto modo di viaggiare moltissimo quando ero ragazzo. In famiglia abbiamo una tradizione di ristorazione, i miei nonni avevano un importante Hotel Ristorante a Caserta che era collegato alla Reggia da un tunnel, noi tutti amiamo molto mangiare e cuciniamo bene ma, sinceramente, all’epoca non avrei mai immaginato di fare della passione che coltivavo in privato e per gli amici, il mio lavoro. Sono venuto molto spesso a Barcellona, e più ci tornavo più mi sentivo a casa qui, anche più che ad Avellino; insomma alla fine undici anni fa mi sono trasferito”.
Non è mancata una certa gavetta, necessaria per ambientarsi, apprendere la lingua e dare basi di conoscenza più professionali alla passione per le pentole.
“Ho lavorato quattro anni in vari ristoranti qui – continua – e poi ho deciso che era arrivato il momento di giocare la mia carta e ho aperto il Bellebuon, dove propongo solo cucina campana, tanta cucina irpina realizzata con prodotti fatti venire dall’Italia da fornitori a me ben noti e collaudati. Se è vero, infatti, che ci sono molti punti di contatto con la tradizione culinaria catalana, come ad esempio l’uso dell’olio, del pomodoro e della cipolla, è vero anche che solo con i nostri prodotti possiamo ricreare quei sapori che i mie clienti gradiscono tanto”.
Il suo locale è una tappa fissa per tutti gli avellinesi che passano per Barcellona, non sono mancati i casi in cui i clienti hanno scoperto il conterraneo solo al termine del pranzo o della cena; è proprio il pranzo il momento in cui Danilo propone al suo pubblico i piatti tipici della cucina irpina.
“Quest’anno il mio ristorante ha vinto il Premio come “Migliore Ristorante Italiano a Barcellona”, battendo una concorrenza agguerrita di migliaia di locali. In questa città, infatti, il turismo è la prima e più importante voce dell’economia, da noi passa veramente tutto il mondo e ogni cosa è fatta pensando al benessere del turista, il cibo e il divertimento sono qualcosa di molto, molto serio”.
Tra i suoi clienti anche delle celebrità, come Patrik Juvet, re della disco-music francese negli anni ’80, famoso per i capelli biondissimi e le “misès” glamour nonché autore delle celeberrime “I love America”, “Lady Night” e tante altre.
“Patrick Juvet viene da me tutti i giorni – spiega Danilo – lui chiama il Bellebuon “la cucina di casa mia” e sono veramente lieto di ospitare un artista che è stato protagonista delle mitiche serate al Kiwi negli anni dell’Avellino “da bere” e ci ha fatto ballare con i suoi pezzi ricchi di charme e ritmo. Del resto la musica è la mia grande passione e per il ristorante sono passati tanti gruppi e artisti famosi, tutti conquistati dai sapori campani e irpini”.
In questi tempi di “fuga di cervelli” e talenti dall’Irpinia chiediamo a Danilo di dare loro un consiglio e lui risponde così:
“Posso portare il mio esempio, non ero un ristoratore e non pensavo di diventarlo. Poi ho studiato, mi sono applicato e ho realizzato il mio sogno; quello che posso dire a questi ragazzi è che devono coltivare il loro sogno e crederci senza mollare mai, le difficoltà ovviamente ci sono sempre ma servono per crescere e motivarsi ancora di più. A differenza delle piante non siamo legati al suolo dalle radici e, se dove siamo non ci troviamo bene, non c’è niente di male ad andare a cercare spazio e realizzazione altrove. E se neppure lì va bene, beh si può sempre riprovare altrove, finché non si capisce che quello che abbiamo trovato è il “nostro posto” nel mondo”.
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