“SOLO E SOLTANTO LA VERITÀ…”. Titola così la lettera aperta da parte degli ormai “ex” tesserati del Lions Grotta.
Giocatori, staff e mister ripercorrono tutti i fatti che hanno portato alla crisi nonostante i risultati nella prima parte del Campionato di Promozione fossero eccellenti ed alla decisione da parte di tutti loro di lasciare la squadra.
«Con rammarico e tanta tristezza nel cuore, ci teniamo a specificare la nostra posizione – scrivono – Tutto questo non è per vana gloria, bensì per non infangare la nostra immagine, i nostri valori umani, la nostra educazione e la nostra professionalità, nel pieno rispetto dei tanti sacrifici fatti in questi ultimi mesi.
Questa storia (lo affermiamo chiaramente all’inizio) non è basata sul vile denaro, bensì sulla mancanza di chiarezza che tutti noi abbiamo subito dall’inizio.
La stagione dei Lions non è partita bene sin dal principio. Ci teniamo a precisare che tutti noi calciatori, abbiamo dato l’anima per questa squadra.
La stagione parte (sul campo) nel migliore dei modi con ben 5 vittorie consecutive su altrettante gare di campionato. I primi pensieri contrastanti si iniziano ad annidare per il mancato pagamento della mensilità di settembre ai calciatori e allo staff tecnico e al fisioterapista.
Nonostante il perdurare del ritardo, i calciatori e lo staff sono scesi in campo dando tutto (il secondo posto a pari punti con l’Heraclea ne è la prova).
Per fronteggiare la situazione incerta, nonostante la società abbia sempre sostenuto di pagare tutti nello stesso giorno, i ragazzi di Grotta hanno chiesto alla società di pagare la mensilità ai giocatori forestieri e allo staff. La società accetta la proposta dei giocatori grottesi, affermando:
“Questo ritardo non avverrà più, è solo un problema che riguarda la mensilità di settembre. Per il resto del campionato è tutto ok”. A queste parole, l’ambiente ha dato totale fiducia alla società con i giocatori di Grotta che hanno garantito per la società. Il campionato procede per il meglio, con la squadra che continua la sua marcia a sole 4 lunghezze dalla capolista Heraclea.
Il mese di ottobre scorre tranquillamente, nonostante la mensilità non sia stata saldata (nonostante la promessa fatta dalla società), ma con la fiducia che tutto vada per il verso giusto.
Anche il mese di novembre volge al termine e la mensilità non viene saldata. Il mister e tutti i tesserati chiedono lumi alla società che risponde: “Stiamo scavando, ma al momento non vediamo la luce, nonostante tutto e tutti siamo fiduciosi che le cose si aggiustino, stiamo valutando l’ingresso di nuovi soci che al 100 % accetteranno”.
Precisazione dovuta, in questo caso, per ben due mesi, i calciatori forestieri e locali, lo staff tecnico, il mister e il fisioterapista non hanno percepito neanche il rimborso del carburante. Oltre questa situazione che a livello mentale è difficile da gestire, aggiungiamo il fatto che per diverse settimane ci siamo allenati fuori Grottaminarda, in quanto il nostro stadio era in fase di ristrutturazione. Ci siamo allenati a Bonito, Melito e Venticano, senza chiedere alcun rimborso e ogni qualvolta provavamo a chiedere alla società quale fosse la situazione, alcuni dirigenti rispondevano stizziti garantendoci che la situazione era in fase di risoluzione.
Arriviamo al due di dicembre dove la società non ha chiarito le sue reali intenzioni, ma con grande professionalità abbiamo affrontato il Pietrelcina (che solo 8 giorni prima aveva bloccato la capolista) con un risultato netto di cinque reti a zero.
Eravamo consapevoli che le cose non stavano andando per il verso giusto ed è per questo che mister Matteo D’Alessandro ha chiesto alla società di spiegare concretamente la situazione, chiedendo agli stessi dirigenti al termine della partita di entrare nello spogliatoio per dire chiaramente come era la situazione, per essere chiari una volta per tutte.
A questo punto la società ha affermato che il budget stanziato ad inizio anno non era più disponibile, evidenziando che occorreva ridimensionare il ritorno e che a avrebbero contattato personalmente per ritrattare i termini economici facendoci un’offerta al ribasso. Sempre nel post partita contro il Pietrelcina, gli stessi tesserati hanno chiesto alla società di tagliare la spesa della lavanderia per cercare di ammortizzare i costi, oltre a rinunciare al pullman e al pranzo di squadra.
Il lunedì seguente, il mister e la società si sono incontrati e su indicazione dello stesso allenatore sono stati fatti i tagli. Nella stessa serata, noi calciatori ci siamo incontrati con la società per ascoltare la loro offerta. Il martedì quasi tutti hanno accettato il taglio.
Quindi ricapitolando: abbiamo accettato di abbassarci il compenso, di eliminare i costi della lavanderia, di rinunciare al pullman e al pranzo pre-gara e inoltre di congelare la mensilità di novembre perché la società non aveva disponibilità e ha detta loro “Lo pagheranno nei prossimi mesi non appena avremo liquidità”. Ci teniamo a precisare che ad oggi, 2 gennaio, alcuni nostri compagni devono percepire la mensilità di ottobre.
Nonostante tutto, gran parte della squadra ha accettato. Inutile negarlo, abbiamo accettato per lo splendido gruppo che si era creato, per la nostra città (visto lo splendido campionato che stavamo svolgendo) e per il nostro allenatore che ha deciso non solo di non percepire nulla (dando tutto il tempo alla società di risollevarsi), ma ha anche spalmato parte del suo ingaggio per non tagliare drasticamente il rimborso dello staff.
Giusto precisare che la mensilità di ottobre è arrivata “quasi a tutti” poche ore prima della partita con il Pietrelcina tranne allo staff tecnico che è stato pagato a metà dicembre, il mister ha atteso il 23 dicembre.
Ovviamente, noi giocatori e lo staff ha accettato il taglio della mensilità a partire dal mese di dicembre. Nel frattempo, il clima è diventato irrespirabile tra giocatori infortunati, qualche partenza e soprattutto si è arrivati ad allenarsi in appena 11 persone.
Giusto nuovamente sottolineare che alla partita con il Castelpoto si è arrivati con appena un allenamento vista la situazione di incertezza.
Nonostante tutto, il nostro impegno è stato totale e nonostante il risultato contro l’Heraclea abbiamo dato tutto. Siamo scesi in campo con 11 giocatori contati e ci teniamo a ringraziare il nostro compagno di squadra Emilio Libertazzi che ha deciso di giocare lo stesso nonostante l’infortunio, sottoponendosi ad una infiltrazione.
Il martedì seguente alla partita con l’Heraclea, di comune accordo con la società abbiamo avuto un confronto negli spogliatoi e chiesto un assegno di garanzia fino al termine del campionato e la possibilità di allenarci almeno in 20 per avere una certa competitività.
È giusto ricordare che i nostri compagni che hanno deciso di lasciare, lo hanno fatto per motivi strettamente personali che non hanno nulla a che vedere con il mister o con i compagni.
Siamo fieri del nostro percorso e della nostra professionalità. Abbiamo avuto tutti noi svariate offerte e le abbiamo rifiutate per restare tutti insieme a Grotta. Abbiamo rinunciato ai servizi essenziali che ogni squadra garantisce ai propri tesserati pur di restare a Grotta. Ci siamo fidati della società nonostante le promesse non mantenute. Tutti noi siamo stati un tutt’uno con il nostro mister, che ci ha aiutati ad andare avanti nonostante tutto.
Siamo stati definiti da pochissimi volti noti dei “mercenari”, ma adesso vi chiediamo alcune cose semplici:
Siamo mercenari accettando di giocare per due mesi e mezzo senza sapere quando avremmo percepito il compenso?
Siamo mercenari quando abbiamo accettato di tagliarci il compenso?
Siamo dei mercenari visto che stiamo ancora aspettando la mensilità di novembre e ci sono alcuni di noi che devono percepire ancora la mensilità di ottobre?
Siamo mercenari, quando il nostro fisioterapista non ha preso alcun compenso (di nessuna mensilità) e solo dopo la sua insistenza é riuscito a ricevere una parte solamente qualche giorno fa?
Dopo quel famoso martedì post Heraclea, la stessa società ci ha risposto che “non vi erano più le condizioni per continuare il rapporto”
A tutto questo, noi non abbiamo risposta e possiamo garantirvi che non avremmo mai voluto arrivare a scrivere questa lettera.
Purtroppo le offese gratuite di questi ultimi giorni sono state davvero troppo anche per la nostra pazienza. Questo gruppo di giocatori con tutto lo staff forse ha tenuto troppo alla squadra accettando con fiducia che le cose migliorassero. Tutti voi siete all’oscuro di questa situazione perché noi abbiamo fatto di tutto per tenere la cosa tra di noi.
In questi mesi nonostante le palesi difficoltà organizzative, siamo andati avanti con coraggio e dedizione. Prima ancora delle offese ricevute, siamo giovani uomini che con i fatti hanno dimostrato cosa voglia dire amare follemente la maglia che si indossa.
Peccato sia finita in questo modo, ma nel calcio (come nella vita) occorre essere trasparenti altrimenti ogni castello risulterà costruito sulla sabbia.
Grotta e i grottesi meritano tanto ed è per questo che (nonostante il cuore a pezzi) abbiamo deciso di scrivere questa lettera tutti insieme, proprio in virtù degli straordinari rapporti umani e di amicizia che si sono creati tra di noi lo staff, addetto stampa e fisioterapista. Difenderemo sempre il blasone della nostra squadra – concludono nella lettera aperta giocatori, staff e mister – a memoria di tutto quello che è stato fatto con sacrifico e amore. Solo e soltanto per la verità».