Lioni-Grottaminarda, allarme del sindacato: “A rischio 200 posti di lavoro”

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lioni grotta
lioni grotta

“Il blocco dei cantieri della Lioni-Grottaminarda, imprese sul lastrico, operai verso il licenziamento. Un vero e proprio collasso che rischia di generare forti proteste in Valle Ufita”. Cgil, Cisl e Uil tornano alla carica sulla Lioni-Grottaminarda.

Dal 4 febbraio, dopo le assemblee con i lavoratori, è stato proclamato lo stato di agitazione su tutti i cantieri della Lioni-Grottaminarda, delle forze sindacali del settore edile Filca-Cisl, Fillea-Cgil , Feneal-Uil e Cisl, Cgil, Uil confederali.

“Togliendo l’incarico al commissario ad acta ( importi senza I.V.A.), ha creato una grande confusione, cantieri fermi, aziende bloccate, perché non hanno certezza di pagamenti, lavoratori allo sbando. Crediamo che le intenzioni del governo hanno avuto l’effetto contrario. L’opera è ferma e non si sa quando riprenderà”, si legge nella nota di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil e delle segreterie provinciali.

Da qui l’appello affinchè venga aperto un tavolo istituzionale con tutti i soggetti e con il coinvolgimento della Prefettura, Regione e Mise. Le richieste sono già partite.

“In tempi rapidi, bisogna riaprire i cantieri e dare la possibilità, alle aziende e agli operai di completare i lavori avviati, che nel complessivo tra i due lotti è già al 50%. Circa 200 unità lavorative sono presenti su questo cantiere, ma è tutto l’indotto che verrà paralizzato”.

“C’è una ricaduta economica e occupazionale di dimensioni notevoli allo stato attuale, senza la presenza del commissario, non sono rappresentate le stazioni appaltanti, i pagamenti non arrivano e le imprese sono in grande difficoltà. Incombe il rischio dell’abbandono dell’opera e licenziamenti. E una conseguente e grave emergenza sociale”.

Il primo lotto dell’opera, di un importo complessivo di euro 430 milioni, è gestito dal consorzio INFR.AV ed il secondo da INFRASUD che a loro volta sono costituiti da 4 imprese, Italiana Costruzioni spa, Condotte per l’Italia spa, Saf 3 srl, Marino Costruzioni srl.

A queste si aggiungono varie imprese delle costruzioni, sub-appaltatrice, del territorio, come Cavir srl, Irpus srl, Adrenalina srl, Castellano Costruzioni srl, Areco srl, Costruzioni Lo Russo srl, Coni 2 srl, F.lli Natale srl, Ical srl, Infracem srl, oltre a tanti altri fornitori.

“L’obiettivo è definire le strategie per riaprire i cantieri bloccati, di evitare i licenziamenti, perché non è presente la figura che racchiude i 3 enti appaltanti, Regione, Anas e Ministero, che sono a capo della realizzazione dell’opera. Nel frattempo – conclude la nota sindacale – coinvolgere la direzione dei lavori, nella persona dell’ingegnere Giancarlo D’Agostino, ed attivare una sospensione dei lavori per mancanza del committente, ci potrebbe dare la possibilità di aprire una cassa integrazione in modo da evitare i licenziamenti”.