Avellino – In questa settimana è stata celebrata la Giornata mondiale dell’acqua. Interventi, convegni ed un originale articolo di Umberto Eco su Repubblica hanno ricordato all’opinione pubblica l’importanza di questa risorsa, che non è più considerata come in passato inesauribile ed inalterabile. Su sei miliardi di persone nel mondo, ben due miliardi non hanno la fortuna di disporre di un bene che per alcune popolazioni, come la nostra, è addirittura scontato e spesso sprecato. In Irpinia e Sannio, infatti, le problematiche del settore paradossalmente non riguardano la qualità e la quantità della risorsa che, anzi, se ben valorizzata, può diventare un decisivo fattore di sviluppo. Si scontano, però, anni ed anni di approccio semplicistico e negligente senza alcuna spinta innovativa. Basta pensare che su 307 milioni di metri cubi di acqua prodotti nell’Ato Calore Irpino sono 88 milioni i metri cubi immessi nelle nostre reti e (grazie a perdite tra il 40 ed il 50 %) solo 49 milioni sono erogati all’utenza irpina e sannita, mentre ben 154 milioni di metri cubi di acqua sono destinati alla Puglia e 60 milioni sono dirottati verso Napoli. Ma tant’è. Chi, come la Puglia, non ha avuto la fortuna di possedere un territorio fertile e generoso come il nostro ha aguzzato l’ingegno ed ha realizzato uno degli acquedotti più importanti del mondo e sta rinnovando il settore e le aziende che vi operano. Sul nostro territorio, invece, si fa fatica a far recepire l’Ato1 come autorità istituzionale, di programmazione e controllo. Pochi, insomma, percepiscono le potenzialità di un settore in continua evoluzione.L’Ato1 in questi anni ha recuperato il tempo perduto: era stato, infatti, l’ultimo in Campania ad essere istituito, dopo quasi quattro anni di commissariamento; quando venne eletto, l’attuale Cda dovette scontare un lunghissimo contenzioso con il comune di Ariano Irpino durato più di un anno, e per l’Ato non esisteva una “sede”. Oggi la Casa della cultura “Victor Hugo” è meta continua di Sindaci, amministratori e tecnici del settore. In pochissimo tempo è stata completata la ricognizione di tutte le opere idriche, fognarie e depurative esistenti sul territorio Irpino e Sannita, successivamente sono stati aggiornati su scala d’ambito i Piani stralcio delle Province di Avellino e Benevento. Infine, con il contributo dei comuni ricadenti nell’Ato è stato adottato il Piano d’Ambito, procedendo celermente (dopo l’adozione all’unanimità da parte dell’Assemblea dei Sindaci) al coordinamento dei progetti e dei finanziamenti che riguardano acquedotti, fognature e depurazione per i comuni Irpini e Sanniti. Entro il 31 dicembre 2004 sono state espletate tutte le gare per la realizzazione di opere idriche fognarie e depurative, finanziate dall’Accordo di Programma Quadro per quasi 100 milioni di euro. E’ stata una vera corsa contro il tempo, di cui va dato atto ai sindaci, alla giovane struttura dell’Ato ed agli operatori del settore. L’approvazione del piano da parte delle Autorità di Bacino interessate (ben otto) e in via definitiva da parte della Regione (Delib. 1725 del 16/9/2004) ha rappresentato l’atto fondamentale per l’attuazione degli interventi strutturali ed infrastrutturali previsti per il servizio idrico integrato nei 195 comuni delle province di Avellino e Benevento, e per il futuro superamento delle diseconomie e malfunzionamenti legati alla notevole frammentazione delle gestioni esistenti. Il piano rappresenta infatti la pietra miliare per procedere celermente alla individuazione del gestore unico ma anche per l’attivazione del controllo sulle attuali gestioni ed il riferimento della programmazione su tutti i territori comunali. La programmazione predisposta dall’Ato Calore Irpino, ed approvata dalla Regione Campania prevede, nei prossimi anni, il 39% degli investimenti per l’ammodernamento degli impianti idrici, il 24% per l’ammodernamento e il potenziamento degli impianti depurativi. In dettaglio saranno ristrutturati 1400 Km di rete distributiva attualmente in esercizio, saranno realizzati 300 Km di nuovi collettori fognari, 330 Km di nuove reti distributive idriche interne. Ancora, le province di Avellino e Benevento saranno dotate di 180 nuovi serbatoi che garantiranno una capacità complessiva di circa 140mila metri cubi di acqua. Gli impianti di trasporto ed interconnessione saranno sottoposti a 55 interventi di ristrutturazione, ammodernamento e adeguamento. Sono previsti infine nuovi impianti di depurazione comprensoriali o a carattere locale a servizio di centri capoluogo e frazioni minori che ne sono sprovvisti. Altro capitolo del Piano d’Ambito riguarda la possibilità per i comuni consorziati di beneficiare di 6,544 milioni di euro in ratei dei mutui, che saranno completamente a carico del nuovo ente gestore una volta affidato il servizio idrico integrato. Ma la battaglia decisiva nei prossimi anni, avviata con determinazione dall’Ato, è quella del ristoro economico per le comunità irpine e sannite in relazione ai grandi prelievi della risorsa effettuati dai gestori pugliesi e napoletani, per i quali sono necessari accordi di programma ex art.17 della legge Galli. Le opere previste per la salvaguardia di sorgenti ed aree “sensibili”, infatti, non possono essere finanziate dalla tariffa, pagata dalle popolazioni irpine e sannite che avrebbero il paradosso di vivere nel territorio più ricco di acqua e di “subire” la tariffa più alta della Regione Campania e di gran lunga superiore a quella della Puglia.