L’indagine del “De Sanctis”: i ragazzi su Internet già a 7 anni. Pensano al web appena svegli

0
281

Alpi – Il pericolo del bullismo è sempre dietro l’angolo e con l’avvento di internet e dei social, è presente h 24 con il cyberbullismo. Se poi l’accesso al web avviene in età estremamente giovane, c’è da essere molto preoccupati. E vanno dunque letti con molta attenzione i risultati dell’indagine conoscitiva efettuata su un campione abbastanza rappresentativo di alunni del “De Sanctis” e presentata questa mattina nel corso del convegno “La legalità e l’etica nel web: uso corretto e responsabile” rientrante nel progetto “Officina Scuola” curato dalla Fondazione “Officina solidale” di cui è presidente Rosanna Repole.

Il 55,1% dei ragazzi intervistati – 593 le risposte – ha dichiarato che ha avuto accesso per la prima volta ad internet all’età di 7-11 anni, il 39,5% all’età di 12-15 anni. Le password di internet non vengono condivise con i genitori, ma con gli amici. Il web è il primo pensiero dei ragazzi, quasi una dipendenza. Infatti, il 72% di loro si collega appena sveglio, il 17% all’uscita da scuola, il 9,4% nel pomeriggio. Una pratica molto diffusa è l’utilizzo dei giochi. Facebook è ormai passato in secondo piano per i giovani, visto che usano principalmente Instagram e nuovi social. Secondo il risultato dell’indagine, circa i tre/quarti degli studenti non conosce persone che hanno subito prepotenze sul web. La restante percentuale del 23,9% è comunque significativa. Il 90,7% del campione utilizzato non ha mai subito prepotenze sul web. Però il 7,9% ha subito, soprattutto sotto forma di insulti. L’88,9% degli alunni, nell’ultimo anno, non ha preso parte ad atti di bullismo sul web.

“Bullismo e cyberbullismo non sono ragazzate, le parole hanno un peso”. A dirlo è Gabriella Ferrarioli, psicologa-psicoterapeuta del centro Famiglia Azienda Consortile “Agro solidale”. “Le parole possono avere molto più peso delle botte. E’ necessario parlare, confidarsi con le persone di riferimento prima che sia troppo tardi. Occorre condividere il problema, meglio se lo si fa con i genitori”. “E’ nostro dovere formare ed educare cittadini corretti”, dice invece Gerardo Cipriano, dirigente scolastico del “De Sanctis”. “Ma un ruolo fondamentale è anche quello che hanno i genitori. Consiglio ai ragazzi di postare sui social con la testa”.