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Limata, quella diagnosi durante l’infanzia: “Ritardo mentale di tipo moderato”

Nella “battaglia” di perizie di ieri nel corso dell’udienza relativa al processo Gioia, udienza durata circa 6 ore e mezzo, ha fatto maggiormente rumore quella della dottoressa Rosa Bruno, consulente tecnico in ambito giuridico, psicologo e psicoterapeuta, nominata dal legale Rolando Iorio, avvocato che difende Giovanni Limata, il 25enne di Cervinara che nell’aprile del 2021 ha ucciso a coltellate Aldo Gioia.

Ieri la dottoressa Bruno, come gli altri periti, ha parlato dinanzi la Corte di Assise del Tribunale di Avellino ed ha poi depositato la sua relazione, ovvero la valutazione clinico-forense su Limata, di circa 22 pagine. Relazione che è il frutto di un lavoro attento e certosino che si è basato anche su una serie di colloqui avuti con il giovane all’interno del carcere di Avellino dove si trova recluso il Limata.

Il perito della difesa si è recata nel penitenziario per tre volte, mentre lo scorso 20 marzo si è reso necessario anche un colloquio con i genitori del presunto assassino.

Alla Corte è stato consegnato anche un verbale dell’Inps per il riconoscimento dell’invalidità civile del 2012. La diagnosi: deficit cognitivo prestazionale moderato di secondo grado e secondaria difficoltà di apprendimento. La madre ha anche chiarito che l’imputato, fin da piccolo, ha sempre sofferto di un tremore alle mani.

Giovanni frequenta le scuole fino alla terza superiore, non riesce a “mantenere” un lavoro. Il padre ha riferito che il giovane ha avuto solo due esperienze di lavoro durate pochi giorni. Nell’adolescenza inizia a fumare, utilizzare hashish ed alcool.

Nell’infanzia, gli è stata fatta una diagnosi di ritardo mentale di tipo moderato e,
dunque, riconosciuto portatore di handicap.

“Il livello cognitivo del Limata unitamente al difficile contesto di crescita, ove erano senza dubbio prevalenti i fattori di rischio per un sano sviluppo, ha generato una specifica modalità disfunzionale di adattamento all’ambiente”, sottolinea la dottoressa Bruno.

E ancora: “Dall’analisi della storia di vita del Limata si comprende che sono presenti tutti quei deficit scaturiti dal ritardo cognitivo, ovvero un deficit delle funzioni esecutive cosi come i disturbi intrinseci ed estrinseci connessi”.

“Il quadro comportamentale, che si fonda su una disabilità intellettiva di tipo medio, può essere definito in un disturbo borderline di personalità. Il disturbo è di tipo grave, l’analisi dinamico-funzionale rileva l’inclinazione ai cosiddetti
scivolamenti psicotici”.

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