Anche un 71enne della provincia di Avellino tra le vittime di Tiziana Morandi, meglio conosciuta come la “Mantide della Brianza”. La 47enne brianzola è finita in manette per diverse truffe organizzate in rete e poi eseguite di persona. Come riporta il sito Fan Page, la truffatrice colpiva prima attraverso i social adescando le vittime, poi di persona, incontrandole e stordendole per derubarle.
Anche con il 71enne irpino la dinamica della truffa è stata la stessa. Si sono conosciuti tramite chat, dove l’uomo le ha confidato di voler vendere la sua collezione di monete e pennini d’oro, dal valore di circa 80mila euro. La Morandi, ha subito colto la palla al balzo, facendogli credere di conoscere persone a cui vendere i pezzi da collezione.
L’uomo si è fidato e lo scorso giugno ha raggiunto la donna in Brianza, portando con sé gli oggetti da far valutare. Ma una volta a casa della sua truffatrice, dopo aver bevuto un drink da lei preparato, il 71enne è finito in stato confusionale.
La donna è riuscita ad usare la sua carta di credito per acquistare 4mila euro in gioielli e diversi capi d’abbigliamento per centinaia d’euro. Ha poi condotto, con la scusa di raggiungere il potenziale compratore, il malcapitato alla stazione di Torino – Porta Nuova, dove l’uomo, ancora in stato confusionale, ha avuto un malore ed è stato portato all’ospedale Umberto I. I medici hanno riscontrato nel sangue la presenza di benzodiazepina, sostanza utilizzata dalla donna per stordire lui e le altre sue vittime.
Una volta ripresosi, l’uomo ha appreso che la sua collezione era sparita. A seguito delle indagini, per la “Mantide della Brianza”, sono scattate le manette ed è stata condotta nella sezione femminile del carcere di San Vittore. Le accuse formulate nei suoi confronti sono quelle di rapina aggravata dal fatto di porre le vittime in stato d’incapacità di agire, con le aggravanti, per alcuni episodi, di aver commesso il fatto in abitazione privata e nei confronti di persona ultrasessantacinquenne, lesione personale aggravata dai futili motivi consistenti nell’alterazione psicofisica da intossicazione da benzodiazepina, circonvenzione di persone incapaci continuata, detenzione illecita di sostanza stupefacente o psicotrope continuata, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.