AVELLINO- L’aria beneventana ha in parte disteso e rilassato l’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa, che al netto di qualche svista, quella invece evidente, sulle date della seconda misura cautelare, quasi facendo capire che doveva partire durante il ballottaggio (si tratterebbe della richiesta , non nota ovviamente a tutti e firmata il 21 giugno, ma è stata notificata come e’ invece noto il 10 luglio, quindi ben oltre il secondo turno) e sulle motivazioni della prima ordinanza, asseritamente legate alla presenza delle sue liste, stavolta non ha lanciato attacchi frontali alla magistratura. Molto più sottile il riferimento al “convicimento” nell’opinione pubblica su quanto avvenuto e il fatto che la Cassazione annullando “due ordinanze” (in realtà sarebbero tre, visto che c’è anche quella del Riesame per la prima misura) ha in effetti statuito che non potesse essere arrestato. Un’ ora in cui, ospite della trasmissione “Il rosso e il nero” di Lab TV, rispondendo alle domande, ironiche e anche molto dirette di Carlo Colarusso e Nazareno Orlando, Festa non ha nascosto assolutamente di essere il riferimento dell’amministrazione comunale. Basti pensare alla risposta che sulla vicenda del Tunnel, stimolato dai due conduttori-intervistatori, anche divertenti: Cerano due sindaci per un tunnel, ci mancava che gli togliesse la fascia tricolore, ha chiosato, riferendosi al suo ruolo e a quello di Laura Nargi: “C’è un sindaco eletto legittimamente dal popolo e uno votato”. Un concetto che ha ribadito più volte. Ci sono due papi, uno emerito, anche se quegli emeriti difficilmente vengono eletti di nuovo, lo incalzano con arguzia gli intervistatori: “Diciamo che sono il papa’ non il papa”. Del resto quale sia il suo ruolo in questa consiliatura lo ha spiegato sin dalla prima battuta dell’ intervista: “Ho ricordato che queste vicende giudiziarie che mi hanno coinvolto hanno un po alterato l’andamento della scorsa campagna elettorale, per la quale è stata individuata la mia vice, ovviamente per far sì che la gente si potesse esprimere su quella esperienza. Sindaco uscente con un’amministrazione in continuità con il sindaco uscente. Diciamo che c’è un merito del sindaco uscente, per cui tutta la sua amministrazione ha rivinto. Questo è un fatto”. E sempre parlando del voto ha aggiunto: “Ci hanno rivotato per fare la differenza” . Tra I servizi video proposti nel corso dell’intervista c’è la sua celebre performance del Capodanno 2024. Quella frase “allacciatevi le cinture” sul palco con Venditti. Festa assicura che il ‘decollo” ci sara’ lo stesso, con la nuova giunta proprio ieri ratificata dalla sindaca Nargi.
AVEVO PORTATO IL “MARADONA DELL’ARCHITETTURA” PER LA DOGANA
In un’ora di intervista, il travolgente e “senza difetti” (perché ad una domanda sul fatto che almeno uno lo potesse avere, Festa ha spiegato che il suo difetto e’ non averne) ex sindaco regala anche qualche altra “chicca”, politica e soprattutto amministrativa, come per la capacità di convincere Guarducci a portare Eurochocolate ad Avellino e Fuksas alla Dogana: “Come convinsi Guarducci? Come era avvenuto per Fuksas. Quando andai da Fuksas gli dissi: salve sono il sindaco di Avellino. Non mi fece una pernacchia…Prendeva 4 o 5 milioni di euro, gli dissi: guardi abbiamo duecentomila euro. Lo entusiasmai, gli regalai un sogno, alla fine lo convinsi. Avevo convinto il Maradona dell’architettura, perché lui non e’ un archistar ma un maestro dell’architettura. Le sue sono opere di arte, non progetti. Lo avremmo avuto per un monumento che per noi avellinesi vale molto, ma ce ne sono almeno altri venti in giro. Sarebbe stata la Dogana di Fuksas, alla pari della Nuvola. Che sarebbe diventato non solo per noi motivo di orgoglio, ma un veicolo turistico. L’ ho convinto con l’entusiasmo. Dietro ad un piatto al ristorante ho ancora un suo disegno, che conservo come un cimelio”.
DE LUCA E FESTA TORNA IL DIALOGO?
Ma ha parlato con De Luca, gli chiedono: “Io credo che chi magari immagini un aggregazione civica guardi ai territori. E quindi nell”aggregazione civica guardi ai civici”. E ha risposto con una risata quando alla luce di questa risposta gli è stato detto: allora ci ha parlato.
L’INCHIESTA E I “PARADOSSI” PER LANCIARE BORDATE AI MAGISTRATI
Non mancano inesattezze nel racconto della vicenda giudiziaria da parte dell’ex sindaco, che cambia tono. Dall’invettiva e dalla sfida passa ai paradossi. Ma il primo “scivolone” di Festa e’ sul computer. Quando gli chiedono se quello vicino fosse il suo e non era scomparso? “E’ scomparso il reato”. In realtà è scomparsa l’imputazione per depistaggio, come aveva scritto la Cassazione. Festa avra’ però dimenticato che e’ ancora contestato il peculato, sempre per il computer. Che ad oggi, nonostante le rassicurazioni e le alternative ipotesi prospettate, non e’ uscito fuori. Parlando delle dimissioni, quelle del marzo scorso, si ricollega alla vicenda giudiziaria: “Ho pensato:mica possono farmi altro. Ho sbagliato a pensare. La Cassazine ha detto che il mio pensiero era corretto. Un sindaco dimissionario per norma non può subire ordinanze cautelari. Quindi poi ognuno matura un proprio convincimento sull’accaduto, senza entrare nel merito. Se una cosa non si può fare per norma, poi uno la fa, ognuno matura il proprio convincimento”. E ha continuato, quando ripercorre il modo con cui ha vissuto i giorni della detenzione domiciliare: ” Non puoi parlare e poi scopri che le due ordinanze erano illegittime. Chi paga? Quei 154 giorni nei quali mi hai costretto a stare a casa, parliamo di arresti. La Cassazione ha detto al Gip Argenio e ai pm Airoma e Toscano che hanno sbagliato. Quando dico che mi hanno derubato della fascia racconto un fatto, ma non per mitomania, il fatto che avrei vinto con il settanta per cento al primo turno e mi sono mantenuto basso, lo sanno anche le pietre per strada. Questo maltolto come lo recuperi? Non lo potevano fare, lo dice la Cassazione. Nonostante questo non solo una ma due e la seconda tra il primo e il secondo turno. Guardate un poco le coincidenze, a volte ci aiutano a capire. La prima arriva a venti giorni dalle liste, venti giorni. Nelle motivazioni che la Procura scrive c’è scritto che Festa deve andare ai domiciliari perché le sue liste si candideranno. Seconda ordinanza, la coincidenza e le date. Superato il primo turno, il giorno dopo parte la richiesta della misura cautelare. Quella con le accuse più infamanti: la corruzione. Non c’è un soldo, non c’è una gara contestata, tolgono la turbativa d asta. Ma dove sta allora la corruzione? Però la richiesta parte, ora, uno che pensasse male, ma io non posso dire questo, ma qualcuno può pensare che la fanno partire il giorno dopo il primo turno perché non possono vincere al secondo turno. Non posso immaginare che qualcuno volesse farci perdere al ballottaggio”.
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