Lettera aperta di un lavoratore El.Ital

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“Il 23 Settembre del 2016, si è tenuta, presso il Tribunale di Avellino, la seconda udienza della procedura fallimentare, sulla vertenza El.Ital. Il “miracolato” Massimo Pugliese, senza tener conto degli impegni presi nella prima udienza (pagare i lavoratori creditori) e senza un briciolo di pudore, i suoi legali hanno chiesto un concordato (in bianco) con l’impegno che a breve la trattativa con un’azienda multinazionale si concluderà portando “oro, incenso e mirra” nella nuova società, naturalmente, azzerando tutti i debiti. Alleluia!.
Queste promesse sono state ideate già in centinaia di accordi stipulati sia col Mise, sia con la Regione Campania, sia con l’unione degli Industriali di Avellino, sostituendo solo acquirenti, tutti rigorosamente stranieri: promesse, naturalmente, tutte puntualmente non mantenute con la strana indifferenza di chi aveva avallato queste pseudo-promesse.
Ora di certo rimangono solo i fallimenti, una condanna a 5 anni e due mesi, 2 procedure fallimentari in corso, 10 ipoteche (circa 50 milioni di euro), debiti con fornitori e lavoratori, denunce varie (tra cui l’appropriazione indebita, come il Fondo Cometa).
Credo che sia giunto il momento di mettere fine a questa sofferenza: ormai la situazione è sotto gli occhi di tutti ed è chiarissima, le favole si possono raccontare solo ai bambini. Pertanto chi deve giudicare ha in mano tutti i documenti e le informazioni per decidere il futuro di noi tutti lavoratori.
Metaforicamente se io ho un cesto pieno di mele, ma una è marcia, bisogna toglierla in tempo altrimenti marciscono anche tutte le altre. Nel nostro caso spero che non succeda, invece, che per salvare la mela marcia si buttano tutte le altre.”

Un lavoratore El.Ital
Carmine Marano