L’estate nera degli incendi: oltre duecento dal 15 giugno: mille ettari distrutti

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AVELLINO- Dal 15 giugno ad oggi, la data in cui è ufficialmente scattato lo stato di massima allerta per gli incendi boschivi in tutto il territorio regionale, sono più di duecento i roghi che hanno interessato le località montane in particolare della provincia di Avellino. Un’emergenza che si aggiunge alla già grave crisi idrica che interessa il territorio. La cifra esatta è di circa 220 roghi che sono stati fronteggiati dalla Protezione Civile e dai Caschi rossi, oltre che da volontari e Misericordia e altre associazioni presenti sui territori. Un disastro anche per le ferite lasciate sul territorio. La stima degli ettari bruciati dal fuoco non è ancora definitiva (anche perché gli incendi sono all’ordine del giorno) fino a qualche giorno prima del rogo di Montaguto (che da solo ha interessato circa 400 ettari) la stima dei danni era di circa 700 ettari. Quindi è verosimile ritenere che siamo già ben oltre i mille ettari di bosco danneggiati. Un’azione prevalentemente dolosa a quanti pare, anche se non si può escludere che ci sia una percentuale di eventi legati ad azioni colpose. Il danno all’ambiente, in particolare in termini di dissesto idrogeologico e’ notevole. Come dimostrano le immagini delle montagne ferite. Oltre a questo c’è anche un effetto più immediato sulla qualità dell’aria. A rilevarlo è l’Osservatorio di Montevergine, attento con il sistema di rilevamento Aura. Ecco cosa è emerso ieri dopo gli incendi che hanno interessato la vicina area salernitana, nel territorio della Valle del Sabato. “Questa sera, purtroppo, si respira aria malsana nel serinese e nei settori più orientali della Valle del Sabato, a causa dei fumi prodotti dagli incendi divampati stamani sui monti Mai.I dati registrati dalle centraline afferenti alla rete AURA riportano, nei settori sopra menzionati, valori di PM10 superiori a 50 microgrammi su metro cubo”.