Renato Spiniello – Le conversazioni intercettate a seguito della sentenza di primo grado e relative alle inchieste sul crollo del ponte Morandi di Genova non saranno utilizzate nell’ambito del processo d’Appello sulla strage di Acqualonga del 28 luglio del 2013. Quella che è conosciuta come una delle più gravi tragedie autostradali d’Europa e che costò la vita a 40 persone precipitate dal viadotto a bordo di un bus turistico.
La decisione è stata presa questa mattina nel nuovo Palazzo di Giustizia napoletano dal collegio della seconda sezione penale presieduto dal giudice Domenica Miele. Accolte invece, almeno parzialmente, le altre richieste della procura generale di Napoli, rappresentata dal sostituto procuratore generale Stefania Buda, di rinnovo dell’istruttoria dibattimentale con l’escussione di numerosi testi.
Rinviata infine la decisione sulla richiesta presentata dagli avvocati difensori di Autostrade per l’Italia che vorrebbero una nuova perizia sull’incidente – sarebbe l’ennesima – e un nuovo esame sulla corrosione dei perni. La prossima udienza è calendarizzata per il giorno 8 aprile.