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LE INTERCETTAZIONI/ Bimbi picchiati e lasciati in lacrime nell’asilo degli orrori. E l’orco che toccava le parti intime

Renato Spiniello“Stai zitto, non piangere fai la persona per bene… io ti attacco là sopra… ti attacco sopra la trave… poi dite che il maestro è cattivo, non sono cattivo, siete voi che mi fate diventare cattivo… io ti devo impiccare… vediamo se cambia questa capo di provola… mo ti do… non ti permettere più o ti do le botte… vai a raccogliere i giochi, altrimenti non fai merenda… non ti faccio prendere più neanche mezzo gioco….”.

Sono soltanto alcune delle frasi pronunciate dai quattro insegnanti dell’asilo di via Fratta, a Solofra, finiti nell’inchiesta che ha portato all’arresto di tre di loro e all’interdizione del quarto. Si tratta di maestri d’asilo, tre donne e un uomo, tutti tra i 46 e i 66 anni, due dei quali irpini (uno proprio di Solofra) e gli altri due del salernitano, che maltrattavano, picchiavano e lasciavano i bimbi a terra in lacrime. Le accuse a loro carico sono di maltrattamento su minori e nel caso dell’uomo di Solofra anche di violenza sessuale.

E’ quanto emerso dalle intercettazioni audio e video delle telecamere posizionate nelle classi a partire dal giorno 25/03/2019. Le indagini avevano preso spunto dalle querele presentate presso l’Arma dei Carabinieri da parte delle mamme degli alunni maltrattati.

Dopo le vacanze natalizie – racconta una mamma agli inquirenti – ho notato che mia figlia all’improvviso mi diceva: “mamma ho paura”, io le ho chiesto il perché e lei ha risposto: “a scuola la maestra mi tira gli schiaffi sulle mani e sul culetto”. Alcune delle volte – prosegue la madre – di ritorno da scuola notavo il rossore su mani e gambe, quando chiedevo spiegazioni alle maestre queste mi diceva: “E’ caduta”, oppure “è stata spinta da un altro bimbo”.

Preoccupate le mamme si erano riunite anche in una chat WhatsApp, della quale si riporta la seguente conversazione: “Mio figlio già da tempo mi ha accennato che le maestre danno gli schiaffi in testa e gli tirano i capelli e lui mi dice che non vuole andare all’asilo perché ha paura”. E ancora: “Mio figlio ha iniziato a dirmi che non vuole andare più a scuola perché ha paura, dicendo che le maestre gli tirano i capelli e gli danno schiaffi in testa”.

Le risultanze dell’attività tecnica non solo hanno confermato il quadro indiziario, ma hanno scoperto cose ben più gravi.

Un insegnante, infatti, costringeva uno specifico alunno a subire atti sessuali contro la sua stessa volontà, abusando della condizione di inferiorità psichica e fisica dello stesso con condotte poste in essere all’interno dell’Istituto Scolastico. L’insegnante, con la propria mano, toccava le parti intime del minore, lo spingeva con la testa verso il basso e poneva il viso del bimbo all’altezza del suo bassoventre facendo brevi movimenti dall’alto in basso. Poi lo afferrava per l’orecchio e poneva le mani sui fianchi e toccava le parti intime. Ancora, dopo averlo afferrato al bavero, infilando le proprie dita dietro alla nuca, infilava la mano dietro la schiena, spingendola giù, poco dopo gliela infilava davanti e sempre sotto i vestiti avvicinandosi al contempo con il proprio viso a quello del bambino.

Comportamenti – si legge nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Avellino che ha portato all’applicazione delle misure coercitive da parte dei Carabinieri di Avellino – di estrema gravità perché posti in essere ai danni di un bambino che non è in grado di difendersi per il semplice motivo che non è in grado di comprenderne l’entità e la gravità. Emerge, inoltre, la totale mancanza di freni inibitori da parte dell’insegnante e la spasmodica ricerca dell’appagamento di uno stato interiore psichico di desiderio sessuale, senza preoccupazione alcuna del bambino che subisce i suoi atteggiamenti.

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