Le bordate di Cipriano alle “signorine” Grella e Percopo e al sindaco “abituato ai personaggetti della peggior Sicilia”

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Marco Imbimbo – Un sindaco “ossessionato dalla mia persona”. Un’Aula piena di “signorine nessuno”. Ma anche un teatro “messo liquidazione con 1 milione di euro di utile”. All’indomani del voto del Consiglio sul teatro “Gesualdo”, Luca Cipriano spiega la sua verità su quello che è successo sul teatro, ma senza risparmiare bordate a Foti, “Alla signorina Grella” e a Adriana Percopo invitata a “far capire cosa abbia fatto nella sua vita”. Ma soprattutto ci sono le spiegazioni sull’intera vicenda teatro descritta in Aula “con una serie di falsità. L’ammanco di cassa è un’invenzione”, denuncia Cipriano.

Il primo a finire al centro delle sue accuse è, chiaramente, il sindaco Foti dopo le parole dure pronunciate in Aula. “Sono costretto ancora una volta a rispondere ad accuse e veleni del sindaco, evidentemente ossessionato dalla mia persona. È stato un consiglio comunale umiliante e da voltastomaco. L’unica verità è che il teatro è chiuso, da quando tutto il Cda si è dimesso. Il sindaco si tranquillizzasse, penso che dovrà combattere i prossimi dieci anni con avvisi di garanzia e salirà spesso le scale del tribunale”.

Mentre all’accusa di scarsa trasparenza negli atti del Teatro, durante la sua gestione , replica: “Mi sarei aspettato un po’ di onestà da cotanta personalità che abbiamo in Aula, come i grandi presidi e le grandi signorine nessuno che non hanno un lavoro e siedono in Aula, ma anche dallo stesso sindaco che ha avuto una carriera spiccata e cristallina dirigendo grandi aziende. In 5 ore di consiglio, oltre a bugie e falsità, il sindaco non ha detto l’unica verità presente nella liquidazione votata dall’Aula: il teatro ha 1,7 milioni di euro di crediti. Ieri si è fatto fallire l’unico teatro d’Italia che, tra debiti e crediti, ha un milione di euro di utile. Nessuno ha avuto l’onestà intellettuale di dirlo e mi riferisco alla signorina Grella che si permette di dire che io sono disonesto intellettualmente. La sua onestà intellettuale, invece di dire una marea di fesserie, avrebbe preteso che si alzasse in piedi, avendo letto le carte che si apprestava a votare senza capirle, e dicesse che c’è un utile di 1 milione di euro. Foti e l’amministrazione Pd hanno fatto fallire un teatro con un utile”.

Per giunta, secondo Cipriano, la liquidazione votata dal Consiglio sarebbe sbagliata nella procedure. Oltre all’aspetto contabile del Teatro, l’ex presidente guarda avanti e cioè a quell’esternalizzazione che consegnerà il Gesualdo al Tpc per i prossimi due anni. E non mancano repliche dure alle parole di Adriana Percopo in merito al rapporto con lo stesso Tpc che c’era durante la gestione Cipriano. “Un’altra grande, illustrissima ed elevatissima consigliera comunale, Adriana Percopo, le cui generalità professionali sono sconosciute quindi la invito a far capire cosa abbia fatto nella vita e quale sia il suo curriculum – sottolinea Cipriano. La signorina Percopo ritiene che io avrei appaltato il teatro ai napoletani, mentre lor signori lo hanno consegnato chiavi in mano per i prossimi due anni e il Comune non avrà più voce in capitolo. Tra me e la realtà napoletana invece c’era dialogo e sinergia, ora nessuno potrà più fiatare. Queste sono le grandi politiche culturali che, gente come la signorina Percopo, ha dato alla città nel suo inutile mandato in Consiglio Comunale. Gente così non rientrerà mai più a Palazzo di Città”.

Il documento votato dall’Aula, però, oltre a crediti e debiti, parla anche di un ammanco di cassa di 115 mila euro, una vicenda che, se confermata dagli organi inquirenti, sarebbe di una gravità enorme. “Altra grande bugia che aleggia sul teatro, il famoso ammanco di cassa – denuncia Cipriano. Il sindaco con veleni e miserie, in Aula ha detto e non detto, facendo intuire e ammiccando. Roba da personaggetti della peggior Sicilia con cui forse il sindaco è abituato a confrontarsi, ma questa è Avellino, non è la mafia e la camorra con cui qualcuno forse…”  dichiara in maniera allusiva Cipriano, prima di spiegare la vicenda dell’ammanco di cassa: “Il teatro Gesualdo non ha mai avuto un buco di cassa. Il direttore Bavaro ha spiegato alla Corte dei Conti e alla Procura che si è trattato, da parte sua, di un errore d’impostazione. Cioè soldi che non andavano imputati in quella voce come liquidità di cassa, ma forse come debito verso terzi”.

Una posizione, questa, confermata da una verifica dei conti che l’ex Cda ha affidato a un’agenzia internazionale di revisione contabile, la PW, e che “è stata consegnata agli organi inquirenti. Parliamo di una delle più grandi società di revisione contabile a livello mondiale. Gente che se li mangia a colazione a  Foti e ai consulentucoli del Comune. In questo documento si specifica tutta la contabilità del Gesualdo e non c’è alcun ammanco di cassa”.

Per quanto riguarda, invece, le accuse di scarsa trasparenza e legittimità nell’acquisto di beni e servizi, Cipriano sottolinea: “Il Gesualdo esiste da 15 anni e il Comune approva i bilanci, con le firme dei revisori dei conti e del ragioniere capo e nessuno si sarebbe mai accorto di questo cumulo di irregolarità. Quando poi sono diventato scomodo, qualcuno ha ritenuto che non andasse più bene quella procedura contabile. Il teatro, però, è stato il primo ad utilizzare il Mepa, gli incarichi venivano affidati tramite short list e abbiamo cominciato a pubblicare gli atti non appena ce lo hanno chiesto dal Comune. Bisognerebbe avere più calma nel dare giudizi, non come fa il sindaco che ha coraggio a minuti alterni e poi conosciamo bene la sua schiena dritti”.

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