Le bellezze di Vallata e il rinomato Venerdì Santo in uno speciale della Rai

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Il centro dell’Alta Irpinia di Vallata sarà protagonista sabato 26 aprile al Tg Itinerante di Rai Tre.

Durante il TgR Campania delle 14.00, in diretta da Piazza Garibaldi, il giornalista Rai Rino Genovese oltre a presentare le bellezze artistiche, culturali, naturalistiche, produttive ed enogastronomiche di Vallata, focalizzerà l’attenzione anche sul rito del Venerdì Santo, uno degli appuntamenti più sentiti dalla comunità irpinia.

La processione con Cristo morto rappresenta un momento molto toccante per tutti i cittadini che vi partecipano in cui c’è una commistione tra religiosità e tradizione.

Alla processione vi fanno parte anche i giovani che si vestano da soldato romano rendendosi protagonisti di un vero e proprio rito iniziatico. Patire il freddo, in un momento dell’anno in cui le temperature, soprattutto a Vallata, non sono particolarmente alte, è un banco di prova per ogni ragazzo che con la sua presenza denuncia la propria esistenza alla comunità.

Durante la processione vengono trasportati dei vessilli quali la statua del Cristo e lo stendardo dell’aquila latina, simbolo del potere. L’onore e l’onore di caricarsi di questo così importante privilegio viene bandito attraverso delle gare a cui partecipano tutti i giovani della comunità.

Durante il sacro rito religioso, sfilano anche i “Misteri”, oggetti simbolici e tele antiche settecentesche dove sono raffigurati i momenti salienti della vita di Gesù Cristo.

Animano la processione due numerosi “Squadroni”, uno dei piccoli e uno dei grandi, formati da giovani del paese con armatura romana al completo, preceduti dal piccolo squadrone dell’Aquila latina con a capo Cesare Imperatore e il capo squadrone Pilato. Partecipano alla Processione circa 200 figuranti.

Durante la processione si procede a ritmo cadenzato scandito dal suono della tromba e del tamburo; per tutto il percorso vengono cantati dagli squadroni i versi della “Passione di  Gesù Cristo” scritti da Pietro Metastasio nel lontano 1700, in occasione della revisione del melodramma ispirato a modelli mistici e religiosi.

Chiudono la processione il feretro del Cristo morto circondato dai medici del paese e l’Addolorata circondata da bambine con bandierine issate a lutto.

 

 

 

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