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“Le aree interne diventino il polmone del Paese”: da Benevento il grido d’allarme dei Vescovi

Nel solco del cammino intrapreso dai Vescovi della Metropolia di Benevento con il Documento “Mezzanotte del Mezzogiorno? Lettera agli Amministratori” e delle successive iniziative, intese ad avviare un confronto comune per elaborare un piano di rilancio delle “aree interne” del Paese, i Vescovi si sono riuniti dal 30 al 31 agosto a Benevento (Centro La Pace”) nel Convegno dal titolo “La Chiesa dei legami solidali. Vescovi, una pastorale per le aree interne”.

Per tale occasione, il Santo Padre ha indirizzato ai Vescovi una Lettera, nella quale sottolinea l’importanza dell’evento e dell’intero percorso di attenzione verso le “aree interne” che la Metropolia sta portando avanti.

Qui di seguito il Documento finale elaborato dai Vescovi:

“Riuniti a Benevento, sul monte delle Guardie, posti da Dio quali sentinelle del suo popolo, abbiamo anche noi udito il grido da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte?” (Is 21,11). Già, quanto ancora dovremo attendere? Come pastori delle diocesi in cui ricadono alcune aree più marginalizzate del Paese, che appartengono a dieci regioni, abbiamo ascoltato la sofferenza e le attese del nostro popolo dovuta al progressivo spopolamento di molti centri e all’assenza dei servizi fondamentali. In uno stile sinodale abbiamo condiviso il senso di frustrazione delle nostre popolazioni e l’abbandono da parte delle istituzioni. I problemi maggiormente evidenziati sono diritti progressivamente negati, quali la salute, l’istruzione, il lavoro, la viabilità, l’ambiente salubre, le interconnessioni. Le comunità cristiane, spesso unico presidio e riferimento dei territori marginalizzati, sentono l’urgenza di contribuire al riscatto umano e sociale delle popolazioni di queste aree, declinando il Vangelo in modi sempre adeguati alla concretezza della realtà.

Dopo questo ascolto, accogliendo l’invito del papa, che ci esorta ad attingere “sempre nuovo entusiasmo dalla fede in  Gesù, il maestro paziente e misericordioso” e “a non lasciarci paralizzare dalle difficoltà” (Messaggio di papa Francesco ai Vescovi riuniti a Benevento), abbiamo deciso di rivolgere un messaggio alle nostre comunità e alle istituzioni.

A voi fratelli e sorelle, che abitate nelle aree interne, manifestiamo tutta la nostra prossimità, l’incoraggiamento a rendervi protagonisti di una nuova stagione di sviluppo, che non può realizzarsi senza un impegno comune. Vi invitiamo a fare rete, uscendo dalla logica dei campanili, vivendo la fraternità e la solidarietà.

Alle nostre Chiese locali chiediamo di vivere il prossimo cammino sinodale come una opportunità preziosa per ascoltare i nostri fratelli afflitti da storiche e incalzanti difficoltà, avviando così processi che portino a una pastorale specifica con uno sguardo attento alle realtà rurali. In questo recuperato slancio missionario ci impegniamo a

–       costruire un volto di Chiesa battesimale, partecipativa, coinvolgente e coraggiosa, in cui il contributo dei laici, e delle donne in particolare, venga adeguatamente valorizzato;

–       costruire ponti con le istituzioni nazionali e periferiche;

–       collaborare con gli attori istituzionali nella Sperimentazione nazionale delle aree interne (SNAI) e nella applicazione delle Zone economiche speciali (ZES);

–       adottare soluzioni pastorali capaci di formare le coscienze a vivere questo tempo di semina nella prospettiva di una solidarietà circolare; questo è particolarmente vero per la drammatica pandemia in atto.

Alle istituzioni nazionali, regionali e locali, alla vigilia dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, chiediamo di disegnare un nuovo modello di sviluppo, equo e condiviso, in cui le aree interne possono diventare concretamente “il polmone del Paese” (mons. Stefano Russo, segretario generale CEI), offrendo risorse e disponibilità a costruire intorno alle loro potenzialità di carattere naturale, paesaggistico, storico, religioso e culturale una vera prospettiva di riscatto.

Auspichiamo

–       che le risorse finanziarie contribuiscano alla realizzazione di opere fondamentali, facendo in modo che partano dalle zone più remote e raggiungano il centro;

–       che la diligenza dei fondi europei in arrivo non venga assaltata scompostamente, ma possa arrivare a destinazione con una distribuzione equa e trasparente;

–       che la cultura delle competenze prevalga sulla prassi del ricatto elettorale e del clientelismo;

–       che la tutela dell’ambiente, spesso lasciato a se stesso nelle aree meno antropizzate, contribuisca a ridurre i rischi di calamità naturali e a produrre uno sviluppo sostenibile

Nella consapevolezza che “non c’è nulla che sia più ingiusto quanto fare parti eguali tra diseguali” (don Lorenzo Milani), affidiamo queste riflessioni alle nostre Chiese, a quanti hanno a cuore e a quanti hanno in mano le sorti del Paese, nella fiducia che non resteranno lettera morta. “La carità, animata dalla speranza, sa guardare con tenerezza l’oggi e, con umiltà, rendere nuove tutte le cose” (Messaggio di papa Francesco ai Vescovi riuniti a Benevento)”.

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