Le Acli presentano ad Avellino due proposte di legge di iniziativa popolare

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La recente tornata elettorale ha fatto registrare una nuova vittoria dell’astensionismo: c’è una sempre più crescente sfiducia nelle istituzioni e nella politica e un disinteresse verso i partiti e la loro gestione del potere. Non si crede più che la politica possa cambiare la vita delle persone. La crescita delle disuguaglianze, l’aumento delle povertà, il lavoro povero, poco dignitoso e insicuro, il protrarsi dei conflitti e la conseguente economia di guerra sono tutte ferite della nostra democrazia che allontanano i cittadini dalla politica. E’ allora giunto il momento che i cittadini si riapproprino dei processi decisionali, esercitando il loro diritto/dovere del voto e partecipando alla vita politica del Paese.

“In questa fase è opportuno riscoprire il ruolo fondamentale dei Partiti, così come viene ad essi assegnato dalla Costituzione; va riscoperto il loro ruolo di “bene comune” così come va riassegnato alla politica il suo ruolo di “servizio” e massima forma di carità”. Tanto dichiara il Presidente Provinciale delle ACLI irpine, Alfredo Cucciniello, preannunciando una iniziativa che si terrà il 23 luglio ad Avellino e che vedrà la partecipazione del Presidente Nazionale Emiliano Manfredonia.

“Mantenere viva la democrazia – continua Cucciniello ricordando le parole di Papa Francesco alla recente Settimana sociale dei cattolici – è una sfida che la storia oggi ci pone, incoraggiando tutti a lavorare perché l’impegno a rigenerare le istituzioni democratiche possa essere sempre più a servizio della pace, del lavoro e della giustizia sociale”.

Le ACLI, in questo contesto, hanno predisposto due proposte di legge di iniziativa popolare che, da un lato, possono ridare impulso alla partecipazione che è l’unica forma consentita di potere diffuso, e dall’altro restituire agibilità a quelle organizzazioni politiche, i Partiti, che rispondano a logiche di democraticità, trasparenza, educazione e formazione alla gestione della “res publica”. Bisogna anche evitare che la politica possa permettersi di farla solo chi ha i soldi. I Partiti tradizionali, quelli che non ci sono più, erano le strutture in cui nascevano, crescevano, maturava e si radicava la sensibilità democratica dei cittadini; erano Partiti di massa, di grandi dimensioni e radicamento territoriale, capaci di esprimere non soltanto gruppi parlamentari ma classi dirigenti a tutti i livelli, capace di elaborare politicamente ed orientare un rapporto col Paese, a partire dai centri più piccoli, dove la locale sezione determinava il comportamento degli eletti. Non si tratta di ricostituire quei Partiti ma di riattivare la partecipazione.

Con questi obiettivi, è partita il 14 giugno la raccolta delle firme con due traguardi ed auspici:
a) la creazione di Assemblee partecipative le cui decisioni siano prese in considerazione e quasi vincolanti per il decisore politico;
b) un Registro nazionale dei Partiti e la reintroduzione del finanziamento pubblico per le attività relative alla partecipazione alle
elezioni locali, regionali, nazionali ed europee; un finanziamento che eviti il ricorso obbligato ad egemonie e lobbies, e l’illegalità e la corruzione che ne possono derivare.

Le due proposte sono consultabili e scaricabili dalla pagina web ufficiale delle ACLI www.acli.it .

In sintesi, la prima proposta di legge popolare, denominata “Disposizioni sull’applicazione del metodo democratico e della trasparenza dei partiti politici e sul finanziamento pubblico diretto alla partecipazione politica”, ha l’obiettivo di garantire e rinforzare l’applicazione dei principi di democrazia e trasparenza all’interno dei partiti politici, su tutti i livelli territoriali: locale, regionale, nazionale ed europeo. I partiti in quanto promotori della partecipazione politica dei cittadini e delle cittadine, non possono sottrarsi al principio democratico: per rappresentare le istanze provenienti dalla società e, di conseguenza, per essere capaci di attrarre i cittadini, devono essere in grado di amministrare con trasparenza le risorse. Una maggiore trasparenza e fiducia garantirebbe, a nostro parere, un maggior coinvolgimento e una maggior partecipazione politica, soprattutto per quanto riguarda i giovani fino ai 35 anni, che nelle recenti elezioni politiche hanno fatto registrare il più alto tasso di astensionismo.

La seconda proposta di legge popolare, denominata “Misure in materia di partecipazione, istituzione delle Assemblee partecipative e modifiche agli istituti partecipativi”, individua alcuni principi generali in materia di partecipazione e prevede l’istituzione di assemblee partecipative a livello nazionale, regionale o locale. L’intento principale, è quello di ridare importanza e centralità, nel processo decisionale democratico, alle formazioni sociali e alla cittadinanza attiva, coinvolgendo, cittadini e cittadine nell’articolazione di proposte e relazioni verso le quali i decisori pubblici, a tutti i livelli, siano tenuti a prendere posizione. In questo modo, la partecipazione dei cittadini, anche attraverso una fase formativa garantita dalle assemblee partecipative, viene estesa ben al di là del solo momento del voto e viene potenziata proprio grazie alla possibilità di ricevere una formazione dedicata”. Sarà quindi possibile effettuare una fase istruttoria sul tema che viene sottoposto al dibattito e al confronto. Solo cittadini correttamente formati e informati possono essere in grado di esprimere un voto consapevole e arricchente per la nostra democrazia.

L’iniziativa avellinese del 23 luglio, con un panel cui parteciperanno rappresentanti del mondo associativo e sindacale è pertanto l’avvio della raccolta delle firme nella nostra Provincia. Tra qualche giorno ne saranno resi pubblici i dettagli.