Ieri in Parlamento l’audizione della Uil sull’arbitrato proposto dal Governo e rispedito alle camere dal Presidente della Repubblica. Sulla questione interviene, a nome della sezione irpina del sindacato, il segretario generale Franco De Feo, per mezzo di una nota. “Già nell’Accordo quadro di riforma del modello contrattuale che sottoscrivemmo il 22 gennaio 2009 – si legge – la valorizzazione di procedure come arbitrato e conciliazione, accompagnata ad un ruolo attivo delle parti sociali, era prevista quale momento di contenimento dei contenziosi ai livelli fisiologici e di loro riconduzione nell’alveo negoziale, preferibilmente che giudiziario. E’ quindi, sicuramente da valutare con favore ogni intervento mirato a ridurre un ricorso patologico al sistema giudiziario per la soluzione delle vertenze di lavoro. Per questo, come Uil auspichiamo che la norma emendata ponga in modo ancor più esplicito, quale presupposto dell’arbitrato di equità il rispetto dei principi generali dell’ordinamento, compresi quelli regolatori della materia del lavoro. E’ del tutto evidente – prosegue la nota – che debbano restare esclusi dalla decisione arbitrale i diritti derivanti da disposizioni inderogabili di legge o dei contratti. La Uil ritiene che la sede esclusiva di regolamentazione delle clausole compromissorie debba rinvenirsi nello strumento negoziale e che, conseguentemente, non sia opportuno che il Ministero del Welfare abbia sulla materia un ruolo di normazione sostitutiva dell’accordo. Piuttosto il Ministero deve essere chiamato a svolgere un ruolo di sostegno alla contrattazione, a partire dalla convocazione delle parti. Del pari devono considerarsi nulle le clausole compromissorie non certificate da commissioni di certificazione istituite presso enti bilaterali, direzioni provinciali del lavoro o sedi universitarie”.
“Come sindacato riteniamo indispensabile che la norma da emendare continui a definire compiutamente la via della conciliazione e dell’arbitrato – riferisce De Feo – mantenendola quale canale parallelo alla via giudiziaria che deve restare pienamente disponibile. Rispetto alle spese relative alle controversie di lavoro, riteniamo importante e positivo il mantenimento della gratuità per il lavoratore, anche in caso di soccombenza, di tutti gli atti nell’ambito del processo e delle controversie di lavoro, per le quali rimane inalterata la possibilità di adire gratuitamente alla via giudiziaria nelle controversie di lavoro. Va sottolineato che dovrà rimanere esplicitamente acclarato che l’arbitrato non ha nulla a che vedere con i licenziamenti e che esso non può essere imposto al momento dell’assunzione. A maggior garanzia, si potrebbe decidere che l’eventuale clausola compromissoria si applichi solo ai rapporti di lavoro subordinato, ed esclusivamente – conclude – al termine del periodo di prova”.