Lauro, Palazzo Cifariello a rischio: ci sarà il processo a novembre

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Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovine e omissione in atti d’ufficio. Sono le contestazioni di cui dovranno rispondere davanti al Tribunale collegiale di Avellino presieduto da Sonia Matarazzo il prossimo mese di novembre due degli imputati comparsi qualche giorno fa davanti al Gup del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi. Si tratta dell’ex sindaco di Lauro Antonio Bossone, nella sua qualità di Responsabile del III Settore Servizio Manutenzioni all’epoca dei fatti contestati , difeso dagli avvocati Gianfranco Iacobelli e Generoso Pagliarulo e e il Responsabile dell’ Utc del Comune di Lauro Diego Maria Troncone, difeso dall’avvocato Alberico Villani. Nei loro confronti il sostituto procuratore della Repubblica di Avellino Maria Teresa Venezia ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio. La vicenda e’ quella relativa a Palazzo Cifariello, la struttura in Viale dei Platani di Ima per cui il 21 novembre 2019 era stata emessa ordinanza di sgombero entro 5 giorni fino al ripristino di condizioni di normalità. Di giorni ne sono trascorsi invece diverse decine, visto che solo da qualche settimana il Palazzo è quasi del tutto sgomberato e gli occupanti hanno lasciato le abitazioni. Le indagini del Commissariato di Ps di Lauro hanno portato alle denuncia nei confronti delle dieci persone a vario titolo per la mancata esecuzione dell’ordinanza. Per la Procura sia Bossone che Troncone avrebbero omesso di realizzare ed eseguire lavori che rimuovessero i pericoli legati alla sicurezza dell’edificio. Quelli che erano stati trasmessi con una relazione tecnica datata 30 novembre 2007 relativa alla verifica statica dell’edificio. Dalla nota a seguito di un sopralluogo congiunto tra Vigili del Fuoco e Carabinieri dopo la caduta dell’intonaco nell’agosto del 2016 e in una nota inoltrata nel novembre del 2016 relativa ad indagini di vulnerabilità sismica da parte di un tecnico che era stato incaricato dallo stesso Comune di Lauro. Oltre a queste, infine, una nuova nota dei Caschi rossi del Comando Provinciale di Avellino per un intervento di sopralluogo anche in questa circostanza insieme ai Carabinieri. In tutte le circostanze, secondo quanto ricostruito dalle indagini della Procura di Avellino, sarebbe emerso che: “La struttura portante del fabbricato presenta condizioni di grave precarietà mostrando, nello specifico virgola inaccettabili carenze nei confronti di carichi orizzontali pur conservando una certa capacità portante nei confronti dei carichi verticali, il che, considerato altresì lo stato di degrado. Delle membrature strutturali di facciata che lo rendevano non idoneo a resistere ai carichi dovuti all’azione di un eventuale terremoto e necessitante di lavori di messa in sicurezza della facciata degli intradossi. Degli sbalzi di balconi risultano particolarmente ammalorati interessati degli stacchi di copriferro in intonaco dovuti al fenomeno della carbonatazione; i balconi presentano forte presenza dei fenomeni di carbonatazione dei ferri di armatura con intonaco distaccato o in fase di distacco di calcestruzzo con ossidazione delle armature”. E ancora:
“Omettendo urgenti interventi di manutenzione straordinaria degli immobili, al fine di procedere iniziare messa in sicurezza del fabbricato il successivo ripristino degli elementi struttural; non provvedendo in primo luogo, alla messa in sicurezza dell’edificio attraverso l’eliminazione delle parti collabenti delle solette dei frontalini dei balconi di imminente distacco e non effettuando poi, un risanamento strutturale delle porzioni di calcestruzzo ammalorati colpite dal fenomeno della carbonatazione, nonche’ omettendo di effettuare accertamenti per verificare l’eventuale presenza di ulteriori ammaloramenti negli elementi strutturali, doverose per le condizioni in cui versava l’immobile”. In aula si dovrà proprio stabilire se si trattasse di un rischio immediato di crollo a cui il Comune di Lauro non aveva trovato veloce rimedio o invece come sempre sostenuto dalla difesa si sia trattato di un problema di adeguamento sismico per cui si poteva attendere il finanziamento per eseguire gli interventi. L’ex sindaco di Lauro Antonio Bossone, che per il ruolo ricoperto di responsabile della Manutenzione dell’ente all’epoca dei fatti si è trovato a processo, si e’ detto: “sereno e fiducioso nella Giustizia”. Tra le altre questioni che la sua difesa ha posto allo scrutinio del Gup e sicuramente anche in fase dibattimentale, ci sono gli effetti della quarantena Covid scattata nel marzo del 2020 e quindi l’impossibilità a procedere almeno fino a maggio 2021, quando poi era stato sfiduciato allo sgombero del Palazzo.