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L’assessore Cuzzola difende il piano di riequilibrio a denti stretti: il dissesto sarebbe una macchia indelebile per Avellino

Alpi – Difesa a denti stretti del piano di riequilibrio pluriennale del predissesto approvato dalla triade commissariale da parte dell’assessore Cuzzola. Che, in alcuni tratti, anzi, si infiamma quasi. “Vogliamo provare a chiudere il piano in sette anni e per questo non staremo con le mani in mano. Una città che si macchia di un dissesto si macchia come fallimentare, le amministrazioni hanno un rating e, come mi è accaduto a Messina, non riescono più a togliersi questo marchio da dosso. Paragonare Avellino a Messina, Reggio Calabria o Napoli significa non aver mai letto i numeri”.

Ed ancora: “Posto che la massa passiva è di 44 milioni, il dissesto è stato escluso dai commissari perché la legge di bilancio di fine anno ha previsto la determinazione di un piano di riequilibrio nato dalla percentuale tra i debiti e spesa corrente. Qualora si superasse il 100% la gestione sarebbe difficoltosa anche nei vent’anni. Quel rapporto per il Comune di Avellino è pari all’80% e tutto può essere recuperano in 15 anni. Il dissesto va dichiarato dinnanzi ad una relazione dei Revisori dei Conti che vada in tal senso, qui non è accaduto: anche i tecnici hanno detto che la via del pre-dissesto poteva essere battuta. Nel giorno dell’insediamento abbiamo adottato la delibera per il piano di rientro, questa scelta lascia tranquilli rispetto alla salvaguardia degli equilibri”.

Ovviamente, molto critici gli interventi dei consiglieri di opposizione, in particolare Picariello, Giordano e Iacovacci. La minoranza al momento del voto è uscita dal’aula.

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