Riparte dal Carcere borbonico di Avellino la mostra itinerante ”L’arte della pace” visitabile fino al 25 aprile 2019. Un evento, ideato da Enzo Angiuoni e organizzato dall’associazione Arteuropa, che tenta di diffondere la cultura della pace attraverso il connubio tra pittura, fotografia, grafica, scultura e poesia.
L’inaugurazione è stato un momento di confronto importantissimo con un ricco parterre di ospiti composto da artisti e cultori d’arte. A moderare la discussione il giornalista Generoso Vella che ha sottolineato come “la creatività, l’ingegno, l’espressività sono gli strumenti per coltivare e diffondere la pace. Essa abita nell’uomo che aspira al bene e al giusto e l’artista piu’ di ogni altro sente l’esigenza di armonia e ordine nel mondo. Le opere d‘arte nascono per suscitare emozioni potenti e complesse e per trasmettere profondi valori e riflessioni interiori da condividere con gli altri”.
Durante il pomeriggio è stato presentato anche il catalogo della mostra che contiene le opere di 106 artisti e con gli autorevoli testi di Alfonso Andria, Lucia Basile, Donatello Camilli, Luigi Caramiello, Raffaele Capasso, Antonio Crivellari, Claudio Feruglio, Maria Rosaria Rosato, Luciana Mascia, Dario Murri e Leo Strozzieri. .
“Questa mostra – ha spiegato il curatore Nicola Guarino – intende far riflettere sulla pace come bisogno essenziale dell’uomo e propone un percorso fatto di opere che riescono a tradurre il desiderio di fratellanza e solidarietà in immagini e versi. Circa cento artisti hanno aderito e i loro lavori sono state gia’ ospitati in diverse sedi come la casa della cultura di Aquilonia, il castello ducale di Bisaccia, il museo diocesano di Molfetta ( Ba ) e la Pinacoteca di Teora ( Av ). Un‘iniziativa che unisce maestri da tutta Italia per abbattere le barriere geografiche e aprire a nuove sinergie e collaborazioni tra artisti”.
Poi l’intervento della Prof. Serafina Trofa che ha riconosciuto nella scuola il ruolo di guida nell’educare alla pace , alla convivenza e al rispetto per gli altri . Secondo la docente la scuola è un laboratorio permanente di pace perché insegna a sviluppare capacità e competenze , a stimolare a una cittadinanza attiva, a una partecipazione democratica e a una crescita sociale.
Presente al tavolo anche Luciana Mascia, Vicepresidente della sez. napoletana dell’Unione Cattolici Artisti Cristiani, che ha ricordato il bellissimo esordio della mostra in quel di Napoli , nella Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, e menzionato prima Don Tonino Bello, e successivamente Picasso, Gahdhi, Mandela, tutti uomini di paceche hanno lottano per la giustizia , la libertà e contro il razzismo.
La critica musicale Maria Rosaria Rosato ha individuato nella musica colta, il vero senso della pace poiché “udire la musica inebria l’anima e la mente”. La giornalista si è poi soffermata sul celebre “Inno alla Gioia” di Beethoven scritto per un messaggio di pace e fratellanza universale e diventato simbolo della libertà. Una riflessione molto profonda che ha consegnato ai presenti un significato di arte come strumento di trasmissione della bellezza e dei valori veri.
Infine i saluti del poeta Enzo Panella e del pittore Augusto Ambrosone con una loro personale testimonianza su questo importante progetto che unisce artisti e comuni diversi portando in giro l’arte contemporanea e attraverso essa, un messaggio di concordia e armonia tra gli uomini.
La mostra “L’arte della pace” può essere visitata, presso il Carcere Borbonico, nei seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 09.00-13.15 e il mercoledì e venerdì anche dalle 15.30 alle 17.15. L’ingresso è libero.