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L’annuncio shock di Ciampi: “Ho pensato alle dimissioni”

Marco Imbimbo – “Qualche consigliere mi invita a presentare le dimissioni, devo dire che ci ho pensato in questi giorni perchè bisogna valutare tutte le ipotesi in campo”. L’annuncio arriva in Aula, direttamente dal sindaco Vincenzo Ciampi, in conclusione del consiglio comunale sulle linee programmatiche. Un’idea, quella che in questi giorni teneva in tensione il sindaco, ma che alla fine è tramontata: “Voglio dare un’ultima speranza ai 13 mila avellinesi che mi hanno votato”.

Non ci saranno dimissioni, quindi, almeno per ora anzi il sindaco lancia una provocazione all’opposizione: “Se questa sera non abbiamo assistito a sceneggiate in Aula, allora dovete sfiduciarmi anche perchè avete i numeri per farlo. Però subito e non il 2 novembre”.

Il sindaco, inoltre, ha ribattuto alle tante accuse che gli sono piovute in Aula sulle linee programmatiche innanzitutto definendole “non blindatechiuse, ma non posso accogliere la definizione di nullità di queste linee programmatiche che, in larga parte, hanno fatto parte del nostro programma elettorale”.

Ciampi, però, ne approfitta anche per lanciare accuse alle precedenti amministrazioni: “Ci hanno lasciato voragini nei conti, ma anche opere come metro leggera e tunnel. Sono stato attaccato perché ho detto che voglio completare la metro leggera, ma di certo non la possiamo interrompere, altrimenti dovremmo restituire 24 milioni di euro. Voglio riqualificare il Mercatone e volutamente non ho citato il project financing né l’abbattimento perché voglio convergenza con l’Aula”.

Le linee programmatiche vengono definite come “un work in progress da costruire con chi vuole dare una mano, ma non accetto di ricevere lezioni dagli eredi di passate amministrazioni. Tutte queste situazioni le abbiamo ereditate e se un albero si giudica dai frutti allora quello precedente non è stato dei migliori. C’è una situazione debitoria che si aggira oltre i 50 milioni di euro. Non si può addossare la responsabilità a un sindaco eletto da 60 giorni, massacrandolo”.

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