Michele De Leo – “Renzi vuole la testa di Conte: il Governo cadrà presto e si tornerà alle urne”. Attraverso un’intervista all’Adnkronos, il vice capogruppo di Forza Italia alla Camera Gianfranco Rotondi pare certo di un prossimo ritorno alle urne per il rinnovo del Parlamento. “Il Governo – è la previsione dell’ex Ministro di origini irpine – cadrà per incompatibilità politica e non su una questione pratica che, in apparenza, sembra la ragione del conflitto: Renzi è assetato di sangue, vuole la testa di Conte”. Rotondi non vede un Premier ed un Governo forti ed in grado di uscire indenni dalla tempesta scatenata dal leader di Italia Viva. “Nella grammatica della Dc – aggiunge – si diceva che “il nemico o lo affronti o te lo fai piacere”: se lo affronti, però, devi essere certo di batterlo e non mi pare il caso del Governo. Tra Renzi e Conte io scommetterei più sulla vittoria del primo che non del secondo”. Secondo il parlamentare avellinese, “il leader di Italia Viva non ritiene Conte all’altezza della situazione e Conte lo sapeva fin dall’inizio. Per questo penso che a entrambi convenga incontrarsi sulla politica e non sull’attività di governo”. Il possibile avvio di una fase di crisi porterebbe a nuove elezioni. “Rispetto alla possibile nascita di un Governo di un’unità nazionale – è certo Rotondi nella sua intervista all’Adnkronos – non scommetterei un centesimo. Come cade il Governo si va a votare e si scopriranno le intenzioni di Renzi: l’ex Premier aspetta Conte al varco. Non credo a un’agonia prolungata: ritengo che la soluzione della vicenda si presenterà a breve. Il motivo è politico ed è rappresentato dalla concreta determinazione di Renzi che vuole sbarazzarsi di Conte, il suo concorrente nella costruzione del Partito degli italiani. Si andrà, dunque, a nuove elezioni: il Premier annuncerà di essere in campo con un suo partito e Meloni e Salvini saranno appagati perché la parola passerà nelle mani del popolo”. L’ex Ministro dell’Esecutivo di Silvio Berlusconi traccia un’analogia con quanto accadde nel 1994. “Anche se sono passati più di 25 anni – chiosa – vedo molte analogie: si scioglieranno le Camere e spunterà qualcuno che spariglierà le carte del tavolo elettorale e che ha l’ambizione di presidiare quel vasto campo politico collocato tra sovranismo e sinistra tradizionale. Renzi pensa di poterlo essere, Conte non vorrebbe ma le circostanze lo costringeranno a scendere in campo: se entrambi dovessero uscire distrutti dalla lotta che hanno ingaggiato, ci sarebbe lo spazio per la discesa in campo di una faccia nuova. Chi è? Lo so, ma non lo dico. Di sicuro lo scopriremo presto: la legislatura non durerà tanto”.
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