Marco Imbimbo – Le spaccature che si erano registrate nelle precedenti riunioni di maggioranza, si sono palesate in Consiglio Comunale. Alla fine la proposta di esternalizzazione del teatro, portata dal sindaco Paolo Foti, è stata stoppata dalla sua stessa maggioranza. Troppo distanti i punti di vista per poter approvare un atto così delicato, si è preferito far cadere il numero legale per rinviare il tutto a lunedì Il primo cittadino, inoltre, ha dovuto incassare anche le pesanti accuse dei suoi consiglieri, a cominciare dai decariani Livio Petitto e Enza Ambrosone, ma anche di Adriana Percopo.
Nella sua relazione introduttiva, Foti ha ripercorso tutte le decisioni prese fino a questo momento, da quando l’ex Cda del Massimo cittadino ha rassegnato le sue dimissioni, ma ha anche annunciato che «entro due settimane, il commissario liquidatore fornirà un quadro dettagliato sulla massa passiva e attiva del Teatro». Non solo, perché il primo cittadino ha dovuto ammettere che, negli ultimi mesi, qualcosa è andato storto: «Effettivamente qualche atto che competeva alla Giunta non è stato fatto e c’è stato un cortocircuito con il comitato i gestione». Ad oggi, secondo il sindaco, l’unico modo per garantire il funzionamento del teatro «è quello di esternalizzare l’intera struttura per la stagione 2017-18». Il Comune si riserverà 15 spettacoli e i biglietti omaggi verranno destinati a studenti meritevoli e fasce disagiate.
Una proposta, quella del sindaco, che non è piaciuta Enza Ambrosone che si è detta enormemente «a disagio di fronte a quanto sta accadendo sul Teatro. Non si può parlare di semplici ritardi come fa il sindaco, la verità è che un capitolo importante della nostra città è stato lasciato all’inerzia dell’attività amministrativa». Tra l’altro secondo la consigliera Pd, l’ipotesi di esternalizzare il teatro per la stagione 2017-18 rischia di «far saltare anche la prossima stagione. Non stiamo facendo un buon servigio alla prossima amministrazione e non c’è un’idea chiara sul futuro del teatro».
Molto critico anche il presidente del Consiglio, Livio Petitto. «Comincio a non fidarmi più, a maggio abbiamo votato la delibera per la liquidazione, ma siamo arrivati a novembre e non è stato fatto nulla. Doveva arrivare un parere sulla convenzione con il Tpc, ma ancora non sappiamo niente. Non posso esprimere un voto su questioni che non conosco. Inoltre non penso che dandolo in gestione per 4 mesi avremo la possibilità di riaprirlo. Continuo a vedere nubi all’orizzonte».
Una proposta, quella del sindaco, che non piace nemmeno a Percopo: «Finora abbiamo sbagliato tutto sul teatro – tuona in Aula. Posso anche essere d’accordo sulla necessità di affidare a terzi la struttura, ma ci sono punti poco chiari come sull’offerta culturale, sulla gestione dei biglietti omaggio e sui 15 spettacoli che l’amministrazione vuole riservarsi. Si lascia troppo spazio alle ambiguità». La questione degli omaggi e dei 15 spettacoli è stata contestata anche da Gianluca Festa: «Si rischia che questi strumenti vengano utilizzati per fare voti».
Da parte dell’opposizione solo Costantino Preziosi si è detto parzialmente favorevole all’esternalizzazione perché «farebbe risparmiare circa 1 milione di euro tra contributi comunali, manutenzione e altre spese», ma ha definito la vicenda teatro come «la Caporetto di questa amministrazione. Finora abbiamo sempre contestato le decisioni dell’amministrazione ritenendole sbagliate e i fatti ci stanno dando ragione».
Per il gruppo “Si può” invece questa esternalizzazione viene vista come «una privatizzazione del teatro», denuncia Nadia Arace a cui fanno seguito le parole di Giancarlo Giordano: «Lo privatizzate perché dite di non avere fondi, allora dovreste fare lo stesso con il verde pubblico e le strade. Un’amministrazione che non ha un soldo da investire per il teatro si pone, invece, il problema di aprire altre strutture, come l’Eliseo. Questa è un’altra brutta pagina su un teatro già spolpato vivo».
Per l’esponente d’opposizione, inoltre ci sarebbero tanti dubbi anche sulla durata dell’affidamento: «Lo volete fittare fino a luglio, ma le stagioni teatrali si chiudono ad aprile, poi subentrano i saggi di danza che, al teatro, fruttano 300 mila euro e voi preferito dare a un esterno questi soldi. In realtà stiamo regalando il Gesualdo al Teatro Pubblico Campano – tuona- ma in Italia non esiste un caso in cui, dopo l’ingresso del privato, sia subentrato il nuovamente il pubblico. Gambardella verrà ricordato come l’assessore che ha chiuso il teatro non che ha aperto Sipari».