“L’Alto Calore può essere salvato”. Ecco il piano presentato dall’amministratore unico, Michelangelo Ciarcia, nel corso dell’assemblea dei soci, con numerosi sindaci e delegati corsi al capezzale del grande malato irpino.
Ciarcia ha illustrato il piano industriale di risanamento e rilancio, frutto di un intenso lavoro, che sarà depositato giovedì prossimo, il 10 novembre, in allegato al concordato di continuità, all’Ufficio Fallimenti del Tribunale di Avellino.
“Ci sono concrete possibilità di salvataggio dell’Alto Calore, ce lo dicono i dati che abbiamo elaborato, siamo fiduciosi”, afferma Ciarcia. Fiducia aumentata anche grazie all’intervento di un altro fattore, ovvero il contributo deliberato dalla giunta della Regione Campania. “Saremo in grado di rimettere i conti in ordine”. Da Palazzo Santa Lucia arriverà “la somma di cinque milioni all’anno, per i prossimi cinque anni, cinque milioni per otto anni, dunque 40 milioni di euro”.
Ma tutto dipenderà da quello che deciderà il Tribunale, anche il contributo economico regionale è condizionato all’omologazione del concordato.
In 20 pagine di relazione, Ciarcia ha spiegato da dove si parte per salvare l’ente idrico e dove si vuol arrivare. “Il piano punta sulla riduzione dei costi, sul miglioramento dei ricavi, sull’attività di gestore unico che dovremmo ottenere in Irpinia. Non ci saranno riduzioni di personale, non ci saranno pensionamenti anticipati. Pensiamo che queste iniziative siano sufficienti per pagare anche i debiti pregressi”.
Ai cittadini, però, sarà chiesto qualche sacrificio, con l’innalzamento delle tariffe. “In Italia è aumentato tutto, tranne l’acqua. E’ ormai inevitabile, noi abbiamo previsto un incremento del 3,5%, siamo stati molto cauti, nel 2022 ci sono stati i costi energetici che sono aumentati, in parte anche del 2021, necessariamente dobbiamo tener conto di tutto ciò”.
Per quanto riguarda i Comuni morosi, Ciarcia non ammette deroghe: “Ci sarà un aggressione notevole, abbiamo fatto raccomandate, dato incarichi legali, facciamo pignoramenti, insomma delle attività che prima non venivano effettuate oppure venivano fatte in modo molto soft. Stiamo incidendo molto, ottenendo dei benefici. Contiamo, attraverso il trasferimento ad Equitalia di circa 50 milioni di crediti pregressi, di recuperare percentuali utili a mettere da parte un tesoretto”.
Giovedì mattina, dopo aver salito le scale del Tribunale di Avellino, inizierà l’attesa. L’Ufficio Fallimenti, per pratiche simili, non ha mai deciso prima di sei mesi circa. Dunque, se tutto andrà bene, il futuro dell’Alto Calore non sarà noto prima di aprile-maggio del prossimo anno.