La cipolla ramata di Montoro alla ribalta. Dalla Valle dell’Irno una delle prelibatezzze irpine più esclusive e meno note per veri intenditori
E’ una delle prelibatezze più caratterizzanti del territorio irpino, ma forse anche la meno nota, sebbene negli ultimi anni sta conquistando il palato di numerosi estimatori.
La cipolla ramata di Montoro, assurta agli onori delle cronaca in una delle ultime puntate della nota trasmissione della Rai, Linea Verde, dedicata al turismo ed alle eccellenze del territorio, rappresenta un vero e proprio vanto della gastronomia locale.
Tra le tante eccellenze irpine è sicuramente quella a maggior ambito local, considerato il territorio molto circoscritto in cui viene coltivata e trasformata.
Gli usi sono svariati, di fatto può essere utilizzata in tutte le pietanze dall’antipasto al dolce, grazie al suo equilibrio, ed al sapore per nulla invadente, rispetto ad altri più noti bulbi, come per esempio la cipolla di Tropea, più forte e decisa.
Nell’area geografica della Piana di Montoro e dell’Alta Valle dell’Irno la Cipolla Ramata è un vero e proprio vanto.
Negli ultimi anni, grazie alla perseveranza ed all’impegno dei coltivatori locali ma anche grazie alla passione di giovani imprenditori che hanno deciso di farne l’ingrediente principe dell’offerta gastronomica, l’interesse per questo salubre e gustosissimo prodotto è cresciuto in maniera esponenziale.
La filiera corta per la cipolla ramata di Montoro rispetta davvero il principio del “chilometro Zero”, perché chi ha deciso di trasformarla in succulenti ricette, ha anche avviato la coltivazione seguendo i severi disciplinari e il più delle volte senza alcun ricorso a concimi di nessun tipo.
Tra le numerose attività imprenditoriali presenti nella Piana di Montoro, una di queste che merita una visita per conoscere i segreti ed apprezzare al meglio le qualità della Ramata è la GB Agricola.
Si tratta di una concept location, più che di un agriturismo, dove l’impatto zero è coniugato in tutte le sue declinazioni, a partire dagli arredi, completamente in cartone riciclato.
Sedie, tavoli, espositori, quest’ultimi fanno da cornice sobria ma allo stesso tempo calda all’ambiente che ripropone nelle forme un capannone agricolo, impreziosito da una cucina completamente a vista che da sulla sala.
La possibilità di “controllare” tutte le fasi della lavorazione ai fornelli è di per se garanzia di qualità, ma è anche un divertente diversivo nell’attesa delle pietanze, che tra l’altro, possono anche vedere protagonista l’avventore, il quale può chiedere di collaborare con gli chef alla preparazione dei piatti.
Per chi vuole osare e rimanere in ambito locale, apprezzando un altro prodotto irpino di eccellenza, si consiglia l’abbinamento con la birra artigianale Serrocroce di Monteverde, del tipo ambrata, una Ipa, con spiccati profumi fruttati, ma molto meno persistenti ed invadenti rispetto alle Ipa commerciali inglesi.