SANTA PAOLINA- La bara dell’ex parlamentare Raffaele Aurisicchio avvolta nella bandiera di Sinistra Italiana giunge poco dopo le quindici nella Chiesa Madre di Santa Paolina, la sua comunità, dove ad attenderlo c’erano i suoi concittadini, a partire dal sindaco Rino Ricciardelli, ma anche i “compagni” di anni di battaglie per quella Sinistra di cui è stato uno dei testimoni più autorevoli in Irpinia.
C’e’ il parlamentare Michele Gubitosa, vicepresidente del Movimento Cinque Stelle, il senatore di Sinistra Italiana Peppe De Cristoforo, i vertici provinciali della Cgil, il presidente di Confindustria Emilio De Vizia, il candidato del Campo Progressista Antonio Gengaro, l’ex deputato Pasquale Giuditta, l’ex assessore regionale Rosa D’Amelio, il presidente del Parco del Partenio Francesco Iovino, i vertici della CNA. E poi c’erano tutti i compagni della Sinistra che con Aurisicchio hanno in questi anni, in particolare dopo la nascita del PD e la rottura nei Democratici di Sinistra, un lungo percorso insieme. A partire dal più giovane di loro, Roberto Montefusco, segretario cittadino di Sinistra Italiana, Giancarlo Giordano, ex deputato, Giuseppe Moricola, Angelo Giusto, ex assessore regionale, Giuseppe Carilllo, Gigi Mauro e tanti altri.
Nella sua omelia, il parroco di Santa Paolina ha voluto ricordare come Aurisicchio : “Ha vissuto con onestà e impegno la sua vita politica. Che sia vivo o morto, ognuno appartiene al Signore, anche lui ha sempre appartenuto al signore. La nostra vita e la nostra morte sono preziose al Signore. Piu la nostra vita si conforma a Gesù più siamo impegnati a servizio delle persone. Il nostro fratello Faffaele ha vissuto una vita attenta alla persona umana. Questo fratello ha fatto e per questo lodiamo il Signore perché eterna e’ la sua misericordia”. Parole di sincera commozione quelle espresse dal sindaco di Santa Paolina, Rino Ricciardelli: “Hai portato in alto il nome del nostro paese- ha spiegato il primo cittadino- diventando il primo parlamentare della storia di Santa Paolina, ma sei rimasto sempre la persona umile, semplice e disponibile e tutti noi lo conosciamo. La politica è stata la tua vita E in questo mondo, talvolta complesso, ti sei sempre distinto per la tua lealtà, onestà , rettitudine e la coerenza, sempre fedele alle tue idee mai propenso a scelta di convenienza testimoniato con la tua vita. Per le nostre realtà, per tutti noi sei stato un esempio è un punto di riferimento per la capacità di arrivare al cuore delle persone rendendo semplici anche le questioni più complesse. A te. Caro Raffaele possiamo dire solo grazie per tutto. Mi onoro nel dire che sono figlio della tua politica, quella che mi hai insegnato a fare con onestà e rispetto. Grazie a te mi sono avvicinato alla vita politica e sono quello che sono”.
Ci sono stati i ricordi di un amico d infanzia, poi divenuto avversario politico per anni, ma sempre nel rispetto e senza travalicare nel personale, ovvero l’ex sindaco Luigi Iandoli e di un altro amico che ha ricordato come Raffaele Aurisicchio e’ un esempio che parla soprattutto alle nuove generazioni, per la sua storia di lealtà ma anche di austerità e rigore. La vera “omelia” laica nell’ultimo saluto al parlamentare e’ quella affidata proprio al più giovane degli interpreti di quella Sinistra che perde uno dei suoi più importanti riferimenti, ovvero al segretario cittadino di Avellino Roberto Montefusco, che ha ricordato come 25 anni fa, conobbe Raffaele Aurisicchio in quella battaglia per le Provinciali del 1999 e come: “Raffaele lascia un patrimonio enorme di ricordi, di frammenti, di pensieri. Un patrimonio che andrà custodito e valorizzato.Resta per me il rimpianto di tutto ciò che avremo dovuto e potuto fare insieme, di tante battaglie da compiere e del suo cruccio di tornare a dare una casa fisica alla sinistra. Resta la cura con cui ha coltivato la sua comunita’ politica, fatta di relazioni costanti umanità e capacità di ascolto. Se ci pensiamo Raffaele ha incarnato perfettamente molto delle caratteristiche che hanno spiegato la grandezza della vicenda del comunismo italiano. Quella capacità di unire la cultura popolare a quella cultura cosiddetta alta. La radice forte del mondo del lavoro dipendente, ma curiosità, relazioni e attenzione alle piccole imprese in questo nuovo impegno della CNA. Raffaele e’ stato profondamente e orgogliosamente figlio della storia del Comunismo italiano. A noi non deve toccare l’ ansia di una emulazione impossibile ma non disperdere quel patrimonio e consegnarlo al tempo nuovo che abbiamo davanti. Sappiamo tutti che da domani sarà più difficile, sappiamo tutti che la presenza di Raffaele era intensa, potente rassicurante. Sappiamo che non siamo pronti a ricominciare ma abbiamo il dovere di farlo, perché l’unica certezza che abbiamo e che lui avrebbe voluto così”.