Laceno d’Oro 2015… mai pagato il 2014.

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LACENO D'ORO 2014
LACENO D'ORO 2014

A quasi un anno dall’edizione 2014, i tanti fornitori che resero possibile l’edizione 2014 ancora vantano crediti dal Comune di Avellino per i servizi prestati.

Una rassegna che punta ad essere il fiore all’occhiello dell’estate avellinese 2015. Primi rumors che annunciano l’arrivo in città di nomi roboanti del cinema internazionale, da Werner Herzog ad Abel Ferrara fino a Stephen Frears, autore, tra gli altri di “Rischiose abitudini” e “The Queen”.

Per la quarantesima edizione del Laceno d’Oro, a Piazza del Popolo si pensa in grande. Lo merita il brand, ritornato agli onori della cronaca dopo un periodo di sordina.

Lo merita la memoria di Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, i creatori del festival del cinema neorealista che, in anni difficili, misero al centro della scena cinematografica nazionale ed internazionale l’Irpinia, con le sue bellezze e le sue asprezze, con le sue potenzialità ancora inespresse e le sue intelligenze che reclamavano spazio.

Una rassegna che, la scorsa estate, ha visto un ritorno in grande stile, con i principali media locali, regionali e nazionali che ne hanno esaltato numeri ed organizzazione.

Un esempio dell’Irpinia che funziona? Si, ma solo fino a un certo punto.

A quasi un anno dall’edizione 2014, che vide salire sul palco dell’ex Gil il cineasta cinese Jia Zhang-Ke a ritirare il prestigioso premio alla carriera, i tanti fornitori che resero possibile un evento che ebbe una vasta eco ancora vantano crediti dal Comune di Avellino per i servigi prestati.

Il Laceno d’Oro, promosso dall’ente guidato dal sindaco Paolo Foti, fu realizzato, così come dovrebbe accadere anche per l’edizione attualmente in cantiere, con il sostegno della Regione Campania, che lo finanziò con un contributo di 150.000 euro.

Un contributo concesso ma mai materialmente erogato se, come risulta, i tanti soggetti coinvolti nell’organizzazione della kermesse (dai fornitori dei servizi agli allestitori, dalle strutture di accoglienza alle varie maestranze) ancora non si sono visti saldare quanto pattuito.

In un simile contesto appare quantomeno stonato fare annunci per l’imminente ritorno del Laceno d’Oro.

Opportunità, coerenza e buon gusto vorrebbe che prima di lanciarsi in nuove avventure si concludessero quelle ancora aperte.

Che facciamo? Li onoriamo i contratti sottoscritti la scorsa estate?

O, per dirla con Totò, aspettiamo che le pizze, in questo caso i debiti, passino a due ?

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