“Lacedonia, un paese italiano, 1957” approda a New York

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Il MAVI e Lacedonia sbarcano a New York City. Saranno infatti gli Splashlight Studios di Soho ad ospitare, domenica 28 ottobre, l’atto finale del “Lucie Photo Book Prize”.

Si tratta di un prestigioso concorso che quest’anno si allarga ai libri fotografici, pubblicati su supporto cartaceo o digitale. Tra i sedici finalisti della categoria “Libro pubblicato e distribuito in modo indipendente” c’è anche l’edizione 2017 di “Lacedonia: un paese italiano, 1957”, il libro dato alle stampe quattro anni fa e contenente oltre cento delle milleottocento immagini scattate in quell’anno nel paese altirpino da Frank Cancian, antropologo americano riconosciuto tra i più illustri e autorevoli al mondo.

“Sono felice – scrive in una lettera Cancian, professore emerito di Antropologia presso l’Università di Irvine, in California -, e spero che questa possa essere una bella vetrina per il MAVI e per Lacedonia”. Rispetto alla prima edizione, la ristampa del 2017, effettuata in Canada, conterrà venti fotografie in più, scelte personalmente da Cancian, che sarà presente a New York alla fase finale del “Lucie Photo Book Prize”.

Un’altra bella notizia per il Museo Antropologico Visivo Irpino di Lacedonia che, dopo il riconoscimento di alcuni giorni fa ottenuto da Palazzo Santa Lucia, che ne ha deliberato l’interesse regionale, oltrepassa l’Oceano Atlantico e approda nella Grande Mela.

Cos’è il Museo Antropologico Visivo Irpino

Il MAVI, che verrà inaugurato il prossimo 9 agosto, ha sede in uno stabile dell’Ottocento nel cuore di Lacedonia, in passato adibito a carcere circondariale e poi a pretura mandamentale e ristrutturato dopo il sisma del 1980, a due passi dallo storico Istituto Magistrale “Francesco De Sanctis”.

E’ figlio della curiosità di un giovanissimo antropologo, prima, e della passione civile di un gruppo di lacedoniesi, poi. Il Museo Antropologico Visivo Irpino è un progetto che nasce alcuni anni fa, dopo la pubblicazione del libro “Lacedonia, un paese italiano, 1957”, di Frank Cancian. Elemento fondante del museo è costituito dalle 1801 foto che il professor Cancian ha messo a disposizione dei visitatori. Si tratta di immagini scattate tra il gennaio e il luglio del 1957, periodo che l’allora ventiduenne Cancian trascorse a Lacedonia dopo aver vinto una borsa di studio con La Sapienza di Roma. Le foto sono preziosissime (non a caso hanno avuto l’immediato ed entusiasta sostegno della Sovrintendenza e della Regione), perché ci restituiscono con vivace immediatezza e con forte impatto visivo ed emotivo lo spirito di quel tempo e di quel mondo contadino ormai scomparso a seguito dell’emigrazione, dopo le enormi trasformazioni del secondo dopoguerra.

Si tratta di scatti che ritraggono i cittadini di un piccolo paese dell’entroterra irpino nella loro quotidianità: al lavoro, a scuola, in casa, nelle masserie, durante le processioni, al bar, in piazza, nel corso di cerimonie. Volti ed espressioni che affermano con incisività ciò che non sempre si ritrova nelle testimonianze scritte.
La ricerca di materiale finora ritenuto di scarso valore per la storia (proverbi, canzoni, foto, quadri) è dunque l’obiettivo del museo: il tutto andrà ad arricchire la già copiosa Collezione Cancian.