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La voce di Silvia, la voce degli operai: “Il territorio rinasce dopo otto, lunghissimi anni”

Alfredo Picariello – Sono proprio i suoi occhi ed il suo sorriso a confermarci che qualcosa, a Flumeri, davvero sta cambiando. A Silvia Curcio la seguiamo ormai da otto anni e mezzo, da quando, cioè, in un maledetto giorno, la Fiat comunicò, dall’oggi al domani, senza colpo ferire, che lo stabilimento andava chiuso e che circa 600 operai dovevano starsene a casa.

I lunghi pomeriggi trascorsi sotto il Mise, a Roma, con Silvia, Dario, “Scintilla” e tanti altri, a questo punto, sembrano essere serviti a qualcosa. Anche il viaggio verso Bologna, nella mitica fabbrica della Menarinibus, con Del Rosso al “timone”. Cose belle e brutte che oggi, finalmente, vengono lasciate alle spalle, perché l’inizio di una nuova era è palpabile, la si sente tutta nell’aria.

“Oggi – afferma Silvia Curcio – scriviamo una pagina importante per questa provincia e per questo territorio. Abbiamo trascorso otto anni e mezzo di battaglie, a volte sembrava di combattere contro il nulla, contro i mulini al vento. Anni di sacrifici che però le immagini di oggi ci ripagano. Vedere la fabbrica attiva, con tutti i lavoratori, ci restituisce forza, speranza e consapevolezza di un Natale diverso da trascorrere con le nostre famiglie. E’ un miracolo per il territorio ed il messaggio che arriva oggi dal Sud è importante, perché salvaguardare una fabbrica del Mezzogiorno che produce autobus, in questo periodo storico in cui il lavoro scarseggia, è molto significativo”.

Dopo le tante passerelle, elettorali e non, Silvia Curcio adesso vuol mandare un messaggio ai politici. “Il mio auspicio è che la politica non segua più le emergenze, ma segua passo passo il progetto di crescita industriale dell’azienda perché, ripeto, il fatto che la produzione di autobus resti in Italia, è molto importante”.

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