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La via della speranza contro la Camorra: don Luigi Merola al Liceo “Publio Virgilio Marone”

Mentre Napoli sembra essere ripiombata in una nuova e più cruenta guerra tra bande criminali, che, in maniera sempre più violenta e senza scrupoli, si fronteggiano per il controllo del territorio e dei traffici illegali: è di pochi giorni fa l’agguato in pieno centro città, a piazza Nazionale, in cui è stata gravemente ferita una bambina di quattro anni, dopo l’altra esecuzione compiuta davanti ai bambini di una scuola a San Giovanni a Teduccio; assume un’importanza particolarmente significativa la venuta ad Avellino del sacerdote “anticamorra” e scrittore, don Luigi Merola.

Il presbitero, che ha fatto della lotta per la legalità la sua ragione di vita, sarà ospite domani stamattina del Liceo “Publio Virgilio Marone” di via Tuoro, dove alle ore 10.30 incontrerà gli studenti dell’Istituto, grazie all’iniziativa fortemente voluta dal dirigente scolastico Lucia Forino e organizzata dai docenti Carlo Picone e Giuseppe Campiglia. La sua testimonianza di prete in trincea, già parroco nel quartiere caldo di Forcella, sempre in prima linea nell’impegno civico e autore di testi di grande interesse come l’ultimo “Oltre ogni speranza”, è molto attesa, proprio alla luce dell’attuale emergenza criminale che investe il capoluogo partenopeo e di riflesso l’intera Campania.

Don Luigi Merola, 46 anni, sacerdote dal 1997, un passato di ragazzo ribelle che l’ha aiutato alquanto a comprendere ancora più a fondo gli aspetti più rilevanti del fenomeno camorristico, nel 2004 è stato messo sotto scorta, dopo l’infuocata omelia rivolta ai criminali che avevano ucciso per sbaglio la 14enne Annalisa Durante, proprio a Forcella. Omelia nella quale invitava apertamente i napoletani a ribellarsi alla camorra. Ebbene, le cosche non gliela perdonarono e in diverse intercettazioni telefoniche oltre che in alcuni episodi di chiara intimidazione subiti dall’allora parroco, giurarono di eliminarlo. Per 12 anni, quindi, gli fu applicato il servizio di protezione, “i miei angeli terreni”, come don Luigi li definiva, prima che il 1 marzo 2016 gli è stato revocato il servizio di protezione dall’allora ministro dell’Interno, Alfano, nonostante le interpellanze parlamentari contrarie a tale inspiegabile provvedimento. Divenuto, intanto, consulente del Miur per l’educazione alla legalità, il prete “anticamorra”, che ha come fonti d’ispirazione San Giovanni Bosco, don Lorenzo Milani e don Peppe Diana, giornalista pubblicista dal 2008, ha concentrato la sua attività nella gestione dell’associazione “A Voce d’e Creature”, da lui fondata nel quartiere difficile dell’Arenaccia, teatro proprio dell’ultima sparatoria tra la folla di cui è stata vittima la bambina di quattro anni, esportandola anche a Pompei e Castellammare, mentre a Salerno nonostante le promesse dell’amministrazione comunale non ha avuto ancora seguito.

Al contempo, don Luigi Merola, insignito del titolo di cavaliere della Repubblica dal presidente Napolitano, nel 2012, è tornato a fare il docente e a girare per l’Italia, con conferenze ed incontri con le scolaresche. Quelle più coinvolgenti, visto il suo linguaggio chiaro, schietto e senza filtri di sorta. Così lui ha fatto della legalità il suo impegno quotidiano, perché è proprio questo il mezzo più efficace per sconfiggere la camorra. Infatti, solo servendosi della cultura, dell’educazione, dell’istruzione si può vincere, secondo Merola, la difficile battaglia contro l’emergenza criminale. Più che l’esercito o l’aumento del numero dei poliziotti, pur inutilmente promesso dall’attuale titolare del dicastero dell’Interno, Salvini, egli crede che sia necessario “un esercito di insegnanti e educatori” per ristabilire il ruolo dello Stato, in una realtà dove sembra predominare l’Anti-stato.

Ora ancor di più, rispetto all’emergenza educativa che attraversa la società italiana, che appare intossicata, secondo don Luigi, da “cattive maestre” come Maria De Filippi, a livello mediatico, e dalla “spettacolarizzazione” del crimine organizzato, come quella che proviene dalla camorra trasformata in fiction di successo, come la discutibile trasposizione televisiva di “Gomorra-La serie”.

Ma di tutti questi temi si potrà discutere con l’ex parroco di Forcella, oggi, al Liceo “Virgilio”. Consapevoli che, in questi tempi, non esistono zone franche nella lotta per la legalità e si è in cerca di speranza, come scrive nel suo ultimo libro.

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