La vergogna della Casina del Principe: trasformata in discarica, tra crepe, infiltrazioni e larve

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Marco Imbimbo – Quando venne ristrutturata la Casina del Principe, avrebbe dovuto rappresentare un’occasione di rilancio per il centro storico, ma anche luogo di attività e valorizzazione della nostra terra. A distanza di anni, invece, è stata presa d’assalto da degrado e rifiuti.

Il tour comincia da una stanza con accesso dalla strada. Si tratta di un locale concesso a un’associazione per le sue attività. Peccato che sia quasi impossibile entrarvi, se non facendo lo slalom tra grossi barili di latta arrugginiti, bustoni dell’immondizia, bidoni vuoti di vernice. Tra i rifiuti sbuca anche una grossa cassa della Zecca dello Stato appartenente a un lotto del 2003, utilizzata a suo tempo per il trasporto di 948 kg di monete da 50 centesimi, per il valore di 57.600 euro, come si legge sulla targhetta. Oggi è un bidone dell’immondizia. Chissà come sia arrivata nella Casina.

Quella stanza è dotata anche di un bagno, ma è impossibile accadervi data la sporcizia. Basti pensare che il davanzale della finestra è diventato un allevamento di larve.

La sporcizia non è l’unico problema, perché ci sono anche le carenze strutturali, tra crepe e infiltrazioni, con l’acqua che ha raggiunto le prese della corrente.

Non va meglio una volta varcato il portone d’ingresso. L’aria di abbandono si respira ovunque. Il vero scandalo è la stanza che confina con il bel giardino della struttura. Anche quel locale è ormai stato adibito a discarica. All’interno si trovano rifiuti di ogni sorta, ricordi di iniziative passate che si sono tenute nella Casina. Barattoli di pittura anche qui, cartelloni, casse con bottiglie di birra vuote. C’è anche un forno abbandonato, oltre a banconi e altro. Ma per chiudere in bellezza, in fondo alla sala, appoggiato al muro in maniera anche pericolosa, c’è un grosso telaio di un rimorchio.

Nel giardino, due bagni su tre sono chiusi, compreso quello per disabili, ma anche quello aperto lascia a desiderare a livello di pulizia.

Non va meglio nemmeno al primo piano della Casina del Principe dove, a parte le stanze gestite da alcune associazioni, il resto è abbandonato a se stesso, ma pur sempre accessibile a tutti. I bagni sono trasformati in discariche o ricovero per piccioni. Mentre le pareti sono piene di infiltrazioni e l’intonaco cade a pezzi.

Anche nell’ala del primo piano destinata alle associazioni, funziona un solo bagno su tre. A differenza del giardino, però, ci sono solo i cartelli “guasto” sulle porte, perché in realtà quei bagni sono apertissimi. E al loro interno lo scenario di degrado è desolante, tra l’altro uno di quelli chiusi era destinato ai disabili, ma è completamente distrutto e pieno di rifiuti.

Per le sue potenzialità, la Casina del Principe doveva rappresentare uno dei fiori all’occhiello di Avellino e per questo venne ristrutturata tanti anni fa. Oggi, invece, rappresenta uno dei principali simboli di degrado della città.

 

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