La tosatura delle pecore a Laceno

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Ci racconta il pastore bagnolese Domenico Buccino, che la tosatura delle pecore è fondamentale per lo sfruttamento della lana e per preservare la buona salute degli animali. Ogni anno a primavera si ripete a Laceno quello che avviene da millenni: si sceglie il luogo, si guarda il meteo, si organizza il lavoro da farsi e si decide il giorno della tosatura.

Ciò è necessario e importante perché nella stagione estiva, il vello divenuto ormai troppo lungo potrebbe essere d’intralcio per l’animale, poiché impigliandosi nei cespugli, potrebbe riempirsi di spine causando pericolose ferite. Infatti, dopo averle lavate nella vasca di Chianizzi, le pecore vengono riunite in un apposito recinto
sulla pianura e una per volta vengono adagiate sul dorso per essere tosate.

Il metodo più tradizionale e antico prevede l’uso di cesoie o forbici da tosatura. Attualmente si preferisce impiegare delle frese elettriche,per acc elerare il lavoro di taglio e ridurre al minimo i rischi di ferite e
lesioni. Un tempo la lana raccolta era utilizzata per preparare il corredo della sposa; infatti veniva usata
per riempire la parte interna di cuscini e materassi; oggi, invece, la lana è praticamente considerata un
avanzo senza valore. Tuttavia sarebbe auspicabile avere a Bagnoli Irpino un centro per la raccolta e il riutilizzo di questo prezioso materiale naturale.

Domenico Buccino è il proprietario del gregge, e guida le operazioni della tosatura con particolare attenzione. Con
occhio attento ed esperto il pastore segue gli uomini addetti al lavoro mentre rimuovono il vello, mentre affilano e
oleano gli arnesi per il taglio, mentre Raffaella e Gerarda raccolgono la lana nei grandi sacchi. Provvede
personalmente ad apporre il collare con il campanaccio, tolto prima della tosatura, ad ognuna delle sue pecore che
alleva con amorevoli cure, con competenza; che ha fatto di un lavoro una grande passione e ha realizzato un importante azienda del territorio.

La signora Rosa prepara per l’occasione un aperitivo speciale e ricorda come un tempo si preparavano,
come da tradizione, succulente pietanze che alla fine del lavoro si consumavano in un sontuoso
banchetto. Il mangiare insieme rappresenta ancora oggi, in queste occasioni di festività laica, un “fatto
sociale” particolarmente significativo, in quanto le comunità familiari e amicali di pastori si ritrovano nello
scambio di reciproche prestazioni di lavoro e nel ricambiare queste offerte di cibo consumato
collettivamente. La base del pasto è la pecora bollita, l’agnello arrostito, l’ottima ricotta per farcire i
ravioli, il formaggio fresco o stagionato e tanto buon vino.