Sembra che politici e autorevoli oratori del Sud, ma le stesse indagini statistiche, debbano rivedere le loro conclusioni. A quanto pare, infatti, l’alto tasso di scolarizzazione del Sud – quello stesso tasso che porta alla cosiddetta fuga di cervelli verso il nord del paese e non solo – sia in realtà una panzana. O meglio, dietro questi cervelli in realtà si nasconderebbero intelligenze normali, per non dire mediocri. E’ quello che emerge da uno studio nordirlandese, più precisamente del docente di psicologia all’Università di Coleraine, Richard Lynn. Nella sua ricerca, che trova spazio sulle pagine de La Repubblica, il professore sostiene la tesi secondo cui la questione meridionale troverebbe spiegazione anche nell’arretratezza mentale di noi altri. Una sorta di pericoloso trattato razziale, per non dire altro, insomma, in base al quale esisterebbero intelligenze di serie a e di serie b. Lynn argomenta il suo assunto spiegando che più ci si sposta verso sud, più il quoziente intellettivo si abbassa, perché la mescolanza genetica di razze cui si assiste nel meridione (contaminate in particolare dal Medio Oriente e dal Nord Africa), favorirebbe piuttosto che una maggiore ricchezza culturale, una riduzione delle capacità umane. Accade così che le menti geniali siano più concentrate in Friuli, mentre la maglia nera dei cervelli andrebbe alla Sicilia. E a rincarare la dose, Lynn aggiunge anche che è almeno dal 1400 che il Meridione non dà i natali ad alcun personaggio di spicco. Una teoria bizzarra e originale senza dubbio, che trova continuità in altri studi precedenti del professore, come la curva a campana degli anni 70, nella quale “dimostrava” che la popolazione di colore ha un QI inversamente proporzionale rispetto alla pigmentazione della pelle, in sintesi più si è neri, più si è dementi. Gli studi di Lynn non trovano tuttavia particolare seguito nella comunità scientifica, che anzi insorge e non solo in Italia, rispetto a idee che hanno tutta l’aria di voler palesare una nuova giustificazione della superiorità della razza. Meno male. Altrimenti cosa avremmo dovuto pensare dei vari Verga, Pirandello, Sciascia, Croce, Gatto, Deledda, Serao, Quasimodo o, per guardare all’Irpinia, De Sanctis e Dorso, solo per citarne qualcuno? Evidentemente si sarebbe trattato solo di casi fortuiti, o per dirla alla scientifica maniera, delle classiche eccezioni che confermano la regola… con buona pace di noi poveri mentecatti! (di Eddy Tarantino)
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