La storia del Laceno d’oro dal 1959 al 2017

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Il “Laceno d’oro” – dapprima Rassegna e poi Festival del Cinema neorealista – nasce nel 1959 grazie alla fede nei propri sogni di due giovani intellettuali irpini, Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, e al nume tutelare di Pier Paolo Pasolini.

Promosso dalla rivista “Cinemasud”, il premio cinematografico intitolato “Laceno d’oro”, lega le sue sorti a una delle località più belle della provincia di Avellino.

Il premio era nato, infatti, per valorizzare dal punto di vista turistico l’altopiano del Laceno e intendeva proporsi come un riconoscimento per le migliori opere cinematografiche ispirate al Neorealismo.

Da quell’anno, sino al 1988, si susseguirono ventotto edizioni e solo nell’80 il terremoto riuscì a impedirne la realizzazione. Dopo gli inizi bagnolesi, il “Laceno d’oro” si trasferì ad Avellino e nell’immediato circondario, dove visse, nella seconda metà degli anni ’60 e nei primi anni ’70, il suo periodo più bello.

Sarebbe difficile capire la contestazione studentesca in Irpinia senza tener conto di questa presenza significativa e feconda che fu per centinaia di giovani autentica fucina di crescita culturale, l’occasione per aprirsi all’universo dell’autonomia di pensiero e della emancipazione intellettuale.

Imparando a conoscere il cinema di impegno civile e sociale, la produzione dei paesi dell’Est europeo, dell’Oriente indiano e vietnamita, dell’America Latina, del Terzo Mondo.

Il “Laceno d’oro”, da allora, cominciò a identificarsi definitivamente come una “Rassegna” cinematografica caratterizzata da interessanti dibattiti alla fine di ogni proiezione.

Della Giuria fecero parte nomi di spicco nel mondo giornalistico, cinematografico e letterario: Pier Paolo Pasolini (che, accettando l’invito di Marino e d’Onofrio, aveva dato un impulso decisivo alla nascita del Premio), Domenico Rea, Cesare Zavattini, Carlo Lizzani, Marcello Gatti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Luigi Zampa, Tinto Brass e tanti cineasti e intellettuali di prestigio.

Furono numerose le novità che, anno dopo anno, arricchirono il Premio: nel 1969 fu inaugurata una nuova sezione dedicata ai documentari, la “Rassegna del Passo Ridotto Laceno d’oro”; in occasione della ventiquattresima edizione fu creato un “Minifestival per ragazzi”, patrocinato dalla Mostra del cinema di Venezia, le cui proiezioni erano destinate agli studenti delle varie scuole medie del capoluogo.

E poi ancora mostre di pittura e il primo Festival del teatro d’avanguardia. A essere premiati, per le loro opere, furono artisti già affermati ma, più spesso, registi esordienti e attori giovani. Il “Laceno d’oro” fu, infatti, definito “Premio portafortuna”, e basta scorrere l’elenco dei vincitori per rendersene conto.

Un solo esempio: alcuni futuri Maestri del cinema mondiale (Antonioni, Pontecorvo, i fratelli Taviani, Scola) ottennero in Irpinia, prima che a Venezia e a Cannes, il loro primo riconoscimento ufficiale. Il Festival, divenuto tale nel 1975, perché fino ad allora si era caratterizzato come rassegna, ospitò cinematografie provenienti da tutto il mondo ma privilegiando quelle dei paesi dell’Est e di quelli in via di sviluppo, assumendo così una dimensione internazionale.

Da quella stagione nasce per esserne diretta filiazione anche il Premio Camillo Marino che il Circolo di cultura cinematografica ImmaginAzione organizza dal 2001 e dal quale è rinato poco dopo il nuovo Laceno d’Oro, con la gemmazione anche del Premio Giacomo d’Onofrio. Notevoli gli autori che dal 2001 ad oggi hanno ricevuto il Premio: Abel Ferrara, Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Aurelio Grimaldi, Antonietta De Lillo, Vincenzo Marra, Ken Loach, i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, Marco Bellocchio, Laurent Cantet, Paolo e Vittorio Taviani, Olivier Assayas, Jia Zhang-Ke e Amir Naderi nel corso dell’ultima edizione.